“I libri aiutano a capire il mondo, ma non sempre dispiegano i loro tesori. Le chiavi per comprenderlo non sono così riconoscibili”. Lo sostiene lo scrittore Giorgio Vasta, ospite a Cagliari del festival “Skillellè. I libri aiutano a leggere il mondo”, organizzato dall’associazione Malik. L’appuntamento con il 49enne scrittore siciliano è per venerdì 15 novembre, alle 18.30, nella sede della Fondazione di Sardegna.

Occasione per presentare il suo “Absolutely Nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani”, un viaggio coast to coast da Los Angeles alla Louisiana con due compagni di viaggio. Itinerari nello spazio desertico americano sulle tracce dei segni lasciati dall’uragano Katrina. Racconta, tra parole e immagini, i segni della devastazione. Un viaggio realistico che si apre poi a un immaginario onirico, fantastico. Scrittore, sceneggiatore, candidato al Premio Strega nel 2009, Giorgio Vasta suggerisce: “I libri non svolgono un lavoro di manutenzione ordinaria che ribadisce il già noto. La lettura come lo scrivere può essere un esercizio pericoloso, un entrare in altri mondi, attraversare dimensioni altre, scardinare certezze”.

Come accade per “Absolutely Nothing”. Parte come reportage e invece è il reportage a portare lo scrittore dentro altri spazi, metaforici, quasi “scarti” di mondi da far rinascere a nuova vita. “I libri sono materiale vivo e incandescente, capace di scatenare reazioni, creare euforia, emozioni; leggere apre spiragli, suggerisce altri sguardi”, dice ancora Vasta che sabato 16 novembre, alle 9, incontrerà gli studenti del Liceo Eleonora d’Arborea. “La promozione alla lettura, piuttosto che indicare una direzione o suggerire ‘libri buoni’, dovrebbe essere più un invito all’anarchia e trasgressione per i giovani lettori. Ognuno dei quali, invece, può conquistare la sua libertà anche attraverso letture accidentali, anche difficili, impervie, respingenti”.

Gioca coi paradossi, scardina i luoghi comuni, per poi sottolineare che “in fondo leggere è libertà. Anche di sbagliare letture, di non capire sempre ciò che si legge. Ma le tracce che ogni autore lascia di sé in un romanzo o racconto aprono una prospettiva sulla realtà. Ci mettono nelle condizioni di percepire il mondo non come accade ma nei suoi risvolti, nelle sue pieghe, nelle parole non pronunciate, nel non compiuto. Ma in letteratura non si butta nulla. E ciò che si scarta a volte può fare la differenza”, conclude Vasta.