Gli scontri di mercoledì a Montero e Yapacaní, nel dipartimento di Santa Cruz, in Bolivia, hanno provocato due morti per colpi d’arma da fuoco. Con queste vittime, uccise durante scontri fra sostenitori dell’ex presidente Evo Morales e la polizia, è salito a dieci il numero dei morti nelle oltre tre settimane di proteste nel Paese.

La presidente ad interim Jeanine Anez, intanto, ha nominato i primi 11 ministri del suo governo di transizione che, ha sottolineato, sarà composto prevalentemente di “tecnici”. Anez, già senatrice di opposizione, è diventata presidente nonostante le sedute di Camera e Senato non abbiano raggiunto il quorum per l’assenza dei parlamentari del Movimento al socialismo (Mas), filogovernativo, che controlla i due terzi delle Camere.

Dal Messico, dove si trova da rifugiato, Morales ha dichiarato di essere disposto a tornare in Bolivia senza essere candidato o ricoprire cariche di potere, per contribuire a riportare la pace nel Paese. In un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Pais, l’ex capo di Stato ha dichiarato che nel suo Paese in questo momento “non ci sono Autorità” e che la Anez “è una presidente autoproclamatasi incostituzionalmente”.

La Anez ha criticato il fatto che dal Messico Morales continui a fare dichiarazioni politiche rivolte alla popolazione boliviana ed ha annunciato l’intenzione di rivolgersi al governo messicano affinché faccia rispettare i protocolli in vigore per questi casi.

L’ex presidente boliviano Carlos Mesa ha annunciato che la sua alleanza, Comunidad Ciudadana (Cc), parteciperà alle prossime elezioni generali ed ha chiesto alla Anez di fissare la data in un tempo “il più breve possibile”. L’ex presidente, principale avversario di Morales alle elezioni del 20 ottobre scorso, ha affermato di essere stato “privato” della possibilità di un ballottaggio. “Morales non può e non dovrebbe tornare, questo è semplicemente inaccettabile – ha detto Mesa – Non esiste alcuna possibilità legale per Evo e García Linera di essere nuovamente candidati”. Mesa ha sottolineato che la sua alleanza non parteciperà al governo di transizione per non precludersi la possibilità di partecipare alle elezioni. “Il governo della presidente Anez – ha concluso – deve garantire l’assoluta neutralità, non può essere un governo con una qualche inclinazione per una certa forza politica, perché il suo obiettivo è solo la convocazione di nuove elezioni”.

La Russia, intanto, ha riconosciuto la Anez come presidente ad interim, ma il viceministro degli Esteri Serghiei Riabkov ha ammesso che l’elezione in Parlamento è avvenuta senza il quorum necessario. “Chiaramente – ha precisato Riabkov – sarà considerata leader della Bolivia finché la questione di un nuovo presidente non sarà risolta con le elezioni”.

Il capogruppo parlamentare del Mas Sergio Choque, infine, è stato eletto presidente della Camera dei deputati. Sostituisce il collega Victor Borda, che si era dimesso dopo l’incendio della sua casa lo scorso fine settimana durante una rivolta a Potosí.