Continua a calare il numero delle imprese che riparano i veicoli in Sardegna. Tra crisi, abusivismo e concorrenza sleale, il settore dell’autoriparazione, tra il 2018 e il 2019, è calato dello 0,8%, passando da 3.034 realtà fino ad arrivare a 3.009, con saldo finale di -25 imprese. Nell’artigianato, la situazione si rivela molto più pesante, con il settore che è andato giù dell’1,9%, chiudendo perdendo di fatto 47 aziende e attestandosi su 2.408 realtà (nel 2015 erano 2.542).

E’ quanto emerge dal dossier effettuato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato la filiera dell’auto nell’Isola, comparando i dati Istat e UnionCamere del secondo trimestre 2018 e 2019.

La filiera dell’auto in Sardegna offre lavoro a 8.699 addetti in totale, con il settore artigiano che rappresenta 2.408 imprese e 4.981 posti. “Una situazione complessa, quello della manutenzione e riparazione di autoveicoli nell’Isola” commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna.

“Un settore nel quale il ricambio generazionale è un processo complesso e l’ingresso del comparto dei più giovani procede, ma con qualche intoppo”. Il comparto, in generale, è calato nelle province di Cagliari (-0,4% con perdita di 5 realtà), Oristano (-1,6% e – 4 attività) e Sassari (-1,7% e -17 unità). In aumento, al contrario, a Nuoro che chiude con +0,2% e + 1 attività. Negativi, invece, tutti saldi relativi alle imprese artigiane: Oristano -4,1%, Nuoro -2,2%, Sassari -2,0% e Cagliari -1,3%.

A livello nazionale il decremento artigiano registrato è stato dell’1,4%. “Le imprese calano e chi resiste non vede aumentare il proprio giro d’affari – continua Matzutzi- le imprese pur di non chiudere stanno limando all’osso i listini erodendo la parte di guadagno. Con i prezzi assurdi dei pezzi di ricambio, per esempio le attività rischiano sempre più di lavorare in perdita”