Come saprete, il 28 c’è stato un incontro a Roma con la Ministra Bellanova. Ennesimo incontro, ennesimo tavolo, ennesime considerazioni e, dopo mesi, ennesime risposte. Così uguali a sempre che abbiamo avuto come la sensazione che quell’incontro non fosse altro che: “Facciamoli venire a Roma, li teniamo buoni con un tavolo ministeriale, gli diamo importanza ma non ci spostiamo di una virgola”.

Noi pastori, che per praticità, odiamo perder tempo, ci siamo messi di buona lena a rispiegare da capo la necessità di riequilibrare i rapporti di forza tra produttori primari e trasformatori, tra trasformatori e grande distribuzione. Parlavamo, proponevamo ma ci sentivamo soffocati da quel palpabile senso di sufficienza: “Parla parla…”.

Tant’è che la ministra, indovinate un po’? Ha riproposto esattamente la stessa triade rifilata quando si trovava in terra sarda: 14 milioni ritiro eccedenze, 10 milioni per accordi di filiera, 5 per abbattere i tassi sui mutui. Noi rimaniamo allibiti, o forse no, l’abitudine è una brutta bestia. Ma anche se non ci stupiamo, non possiamo tacere il fatto che con questo piano, con questa minestra strariscaldata le cose non cambieranno. Non cambierà il sistema che genera il prezzo del latte, non cambieranno i poteri instabili della filiera.
Abbiamo chiesto che quei fondi venissero rimodulati per incentivare, strutturare e aggregare i pastori, ma ti pare? Che palle questi discorsi, che noia queste utopie! Sai che facciamo? Se adesso non ci sono eccedenze e quindi non servono i 14 milioni per destinare il formaggio agli indigenti, ce li conserviamo per i prossimi anni, così se qualcuno crea eccedenze, supera le quote ecc, siamo pronti a sistemare le cose.
Vi assicuriamo che non è il teatro dell’assurdo. È la dura realtà che ci si pone davanti. Altro che cambiare il sistema, abbiamo un salvadanaio per chi si fa gli affari suoi, fottendosene dell’intero comparto. In questo modo è irragionevole una qualsivoglia ripresa del prezzo, al quale tra l’altro poco si è fatto cenno. Meglio pensare alle Banche.

Se ci sentite delusi e amareggiati in questo post, vi assicuriamo che è pochissimo rispetto all’umore portato a casa da Roma.
Ma da ogni delusione, fiorisce sempre anche quella giusta dose di propulsione a non cedere all’apatia che pretendono di farci in vena. Perciò, Cara Ministra, Le abbiamo a più riprese riferito che odiamo le minestre riscaldate perciò le comunichiamo che qui in Sardegna tira vento di rivolta, un vento che dalle campagne sposteremo in città, dove vorremmo condividere la burrasca con chi da sempre solidarizza con le nostre manifestazioni.

Movimento Pastori Sardi