Prima ci ha provato con le buone: bel gioco, palleggio, accelerazioni e triangoli sulla tre quarti. E non c’è riuscito. Infine, quando la partita sembrava già persa, il Cagliari ha usato le maniere più spicce: palla a Nainggolan e poi sulle fasce, palloni in mezzo per chi aveva voglia di conferme (Joao Pedro e Simeone) e di riscatto (Cerri).

Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria, dice che alla fine ha prevalso “l’ardore” del Cagliari. Considerazione giusta, ma non è solo quello. O almeno non è un fatto episodico: il carattere è una delle armi che la squadra di Maran sta usando per stare lassù.

E piaccia o non piaccia esteticamente, negli ultimi 20 minuti il Cagliari ha segnato tre gol perché ha spinto e corso più della Samp. Decisivi il cambio di marcia di Nainggolan che è diventato tre giocatori in uno: mediano, regista e trequartista. Poi la spinta di Nandez, tenuto fuori all’inizio per dare spazio a Castro. E infine i gol. Nainggolan, oltre a dare l’esempio con l’impegno, ha realizzato il primo gol (è già al quarto stagionale) facendo vedere ai compagni che Audero non era imbattibile.

Poi Joao Pedro: per il brasiliano due gol da uomo di area di rigore per uno che quando è arrivato a Cagliari era una via di mezzo tra centrocampista e trequartista.

Da quando si è infortunato Pavoletti, strano a dirsi, è diventato lui la prima punta. Ed ora, se il Cagliari è quarto, lui è terzo nella classifica marcatori a nove gol dietro Lukaku e Immobile. Sopra Lautaro Martinez,Cristiano Ronaldo e Higuain per citare i bomber delle prime due squadre della serie A. Poi, ieri, la favola di Cerri: lo scorso campionato 15 presenze e zero reti, una in Coppa Italia.

Quest’anno cinque apparizioni e ancora zero gol. Sino a ieri: alla sesta presenza Cerri si è sbloccato e la Sardegna Arena, che spesso lo ha beccato, lo ha portato in trionfo. Cagliari che non si può più nascondere: Europa è una parola che Maran non vuole ancora pronunciare perché significherebbe fare calcoli e guardare troppo più in là. Per lui, questo il concetto della sua filosofia, l’Europa è solo vincere la prossima partita.

Il resto si vedrà.