“Volevo uccidere qualcuno. L’ho seguita per quattro chilometri. Se avessi trovato una pistola, avrei ucciso molte più persone”. Con queste dichiarazioni shock ha confessato in Turchia il killer di una ragazza di 20 anni, assassinata due giorni fa davanti alla sua abitazione nella provincia di Ordu, sul Mar Nero. La giovane Ceren Ozdemir, studentessa all’accademia di musica e belle arti e ballerina classica, è stata accoltellata mentre stava rientrando a casa.

Il killer, Ozgur Arduc, trovato ancora in possesso dell’arma del delitto, era uscito sabato di prigione con un permesso e si era dato alla fuga, secondo quanto riferito dagli inquirenti. Quando è stato intercettato dalla polizia ha fatto resistenza, ferendo in modo non grave due agenti. Il caso ha fortemente scosso la Turchia, sia per la cieca violenza sia perché si tratta dell’ennesima donna uccisa. Secondo la piattaforma ‘Fermeremo i femminicidi’, quelle assassinate dall’inizio del 2019 sono almeno 390, in aumento rispetto agli anni scorsi.

Proprio ieri si era concluso con la condanna all’ergastolo di un imprenditore un processo molto seguito per l’uccisione di un’altra giovane, Sule Cet, precipitata nel maggio 2018 dal 20/mo piano di un palazzo di Ankara dopo essere stata violentata.

Inizialmente l’assassino aveva sostenuto che la ragazza si fosse suicidata. Le autorità in Turchia sono spesso accusate dagli attivisti di non impegnarsi abbastanza per contrastare i rischi di femminicidi. La manifestazione nella Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre, è stata dispersa dalla polizia turca nel centro di Istanbul con gas lacrimogeni.