Il saldo entrate-spese è positivo ma aumenta l’indebitamento e la sanità continua ad incidere in modo considerevole sul bilancio. Non solo: vi è una “bassissima capacità della Regione di riscuotere le entrate comunitarie”. Questi i punti principali della verifica del rendiconto generale della Regione Sardegna per l’esercizio 2018, elaborata dalla sezione di controllo della Corte dei Conti, presidente Donata Cabras e relatrice Elisabetta Usai. Nel periodo di riferimento era in carica l’amministrazione di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru.

La gestione si è conclusa con un saldo di 521,6 milioni di euro. Al 31 dicembre dello stesso anno il debito finanziario ammontava a circa 1,4 miliardi. E si evidenzia “una crescita dello stock del debito a carico della Regione con un incremento di quasi il 42%”. Quanto alla spesa sanitaria, i giudici fanno notare che il disavanzo 2018 è stato coperto con 8,5mln nell’ultima variazione di bilancio da 80mln approvata recentemente dal Consiglio regionale.

I disavanzi pregressi, cioè le perdite del sistema sanitario non ancora ripianate al 31 dicembre 2017, erano invece pari a 680,7 milioni. La verifica della sezione di controllo presieduta da Donata Cabras mette anche in evidenza che in Sardegna non è ancora stato istituito il Collegio dei Revisori, “organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione dell’ente”. L’udienza di parificazione del bilancio 2018 è fissata per il 19 dicembre prossimo.

Solinas: “Presto ddl per collegio dei revisori”

“La Corte dei Conti ha avanzato una serie di criticità che risalgono a tanti anni fa”. E’ la premessa del presidente della Regione Christian Solinas, nel commentare la verifica del rendiconto della Regione per l’esercizio del 2018, anno in cui era in carica la precedente Giunta. “Questa amministrazione – ha osservato Solinas – ha cominciato a dare risposte concrete per ottemperare ai rilievi, a partire dalla vertenza entrate e accantonamenti che abbiamo concluso con lo Stato in modo molto positivo portando alla Sardegna nuove risorse per 2,1 miliardi di euro che consentiranno di dare sviluppo e crescita”. Sulla mancata istituzione del Collegio dei Revisori della Regione sottolineato nella relazione della Corte dei Conti, Solinas ha annunciato che lo “istituiremo con legge, se non nella prossima Finanziaria, con una successiva dedicata”.

Un passaggio anche sulla sanità: “E’ una voce di spesa importantissima, ma sono portato a ritenere che la si debba guardare soprattutto in termini di servizio: il problema non è la quantità di risorse ma la qualità del servizio erogato, dobbiamo ottimizzare e qualificare le risorse affinché finiscano le liste d’attesa e si abbia un sistema di strutture sanitarie sempre più accogliente e adeguato e si abbiano macchinari in grado di garantire qualità”. Il presidente della Regione ha poi ricordato che “abbiamo alle porte una riforma del sistema sanitario che vedrà alcune innovazioni che ci auguriamo possano determinare l’ottimizzazione della spesa”.

Fasolino: “Sardegna non riesce a spendere”

“Le criticità più importanti rilevate nella relazione riguardano la spendita delle risorse. In pratica la Sardegna ha la possibilità e la capacità, ma non riesce a spendere questi fondi”. Così l’assessore del Bilancio, Giuseppe Fasolino, sulla verifica del rendiconto di bilancio per l’esercizio 2018 realizzata dalla Corte dei Conti. “Spesso abbiamo notato che il soggetto attuatore delle stesse risorse non è la Regione – osserva Fasolino – ma sono gli enti locali. Questa la pecca maggiore dal punto di vista politico evidenziata dalla relazione”.

L’esponente della Giunta Solinas rilancia la necessità di “una nuova stagione di riforme che consenta alla Regione e agli enti locali di spendere in modo più veloce: noi dobbiamo creare le condizioni per far sì che gli enti locali possano realizzare i progetti in tempi rapidi”. Fasolino non mostra preoccupazione per la crescita dell’indebitamento: “Può essere anche un fatto positivo: se il debito viene speso e investito può diventare una leva; se spendo risorse per mettere in sicurezza un territorio, consentire alle imprese di creare occupazione, questa può essere una leva”.