“Il Consiglio regionale non si riunisce, la Giunta approva deliberazioni coperte da segreto di stato e non risponde alle interrogazioni. In questo scenario sono sparite dai radar le Grandi Riforme annunciate dal centrodestra. Quelle che, stando alle loro dichiarazioni di qualche mese fa erano “pronte per essere presentate entro pochi giorni”. Poi diventati settimane e poi mesi. E poi è già 2020”. È l’affondo di Francesco Agus, consigliere di minoranza con i Progressisti, alla Giunta Solinas, che lamenta un immobilismo di tutta l’amministrazione regionale.

“Come se poi – continua Agus – non ci fossero emergenze e partite aperte: aziende e cittadini che attendono bandi, lavoratori precari in scadenza di contratto, agenzie senza guida e problemi seri che diventano emergenze”. Agus, in una nota affidata a Facebook, fa “il punto della situazione”.

Sulla sanità – scrive – esiste una bozza informale, mai approdata in Giunta. In parte è copiata pari pari da quella della regione Veneto, a cui si aggiungono gli sciagurati accorpamenti di Microcitemico e Oncologico con l’AOU, invisi da lavoratori e associazioni di pazienti, e il ritorno delle Asl, di cui è in corso la moltiplicazione. Il testo definitivo era atteso in Giunta per ottobre ma il cane dell’assessore Nieddu deve avere mangiato la copia buona”.

“Sugli Enti Locali non esiste nemmeno una bozza. Ci si rifà alla tradizione del teatro d’improvvisazione, cambiando il testo della riforma in base al pubblico che si ha davanti in quel momento. All’inizio si era parlato di quattro province (e di conseguenza di quattro Asl). A queste si aggiunge la Città metropolitana di Cagliari, che non si capisce bene che fine faccia così come è ignoto il parere del sindaco metropolitano in carica, sempre ammesso che abbia un parere in merito. Poi, dopo le rivendicazioni galluresi, si è arrivati a cinque. E dopo quelle ogliastrine a sei. A cui si è aggiunto anche il Sulcis e, subito dopo, il Medio Campidano. In questo risiko, ovviamente, nessuno si sta occupando delle risorse e delle competenze che questi enti dovrebbero avere. In attesa di altre rivendicazioni (e del testo definitivo) attendiamo, sereni, la riforma definitiva con le sue 15 province e i suoi 25 capoluoghi”.

Per quanto riguarda l’urbanistica, secondo Agus “ad oggi sono tre le proposte presentate dalla maggioranza per riformare la norma che regola gli aumenti di volumetria previsti dal piano casa. Ne è attesa un’altra da parte della Giunta e poi, perché no, un’altra e un’altra ancora. In tutte, più o meno, si parla di nuovo delle costruzioni nella fascia dei trecento metri dal mare. Come se non fosse platealmente contrario a norme nazionali inderogabili. Nel mentre non è ancora stato prorogato il piano casa e da tutta la Sardegna tecnici, comuni e famiglie si chiedono cosa fare”.

Sulla burocrazia regionale, la riforma “è stata annunciata dal Presidente e poi dimenticata. L’unica novità comunicata sino ad ora dall’Assessora al personale riguarda il fatto che una riduzione della trasparenza è in realtà un aumento della trasparenza. Scemo io a non arrivarci da solo. Per analogia e coerenza con questo nuovo concetto di trasparenza, l’assessorato non pubblica gli atti e non risponde alle interrogazioni dell’opposizione”.

Ultimo punto affrontato da Agus: la continuità territoriale. “Abbiamo una data di scadenza, aprile 2020. Entro la primavera senza un nuovo bando la Sardegna sarà ancora più isolata. Per questo l’assessore ai trasporti è spesso a Roma a discutere con il Ministero. La buona notizia è che almeno lui riesce a trovare i biglietti. Lo informo però che per le feste natalizie i posti in aereo sono già quasi finiti e sarebbe utile se relazionasse in Consiglio l’esito delle sue gite. Nel mentre si ridiscute pubblicamente di flotta aerea sarda. Ma quando le pensano queste idee? Consiglio loro di rivedere la relazione di parifica del bilancio 2013 della Corte dei conti, nella parte riguardante il flop della flotta navale voluta dall’allora assessore Solinas. Undici milioni di euro – conclude –buttati in quello che è stato inserito dalla Corte tra le “fattispecie attinenti a fenomeni corruttivi”.