Chiusura degli uffici di Napoli e Cagliari, 1200 lavoratori in piazza e “fuga dalla borsa del Lussemburgo”. Mauro Pili, leader di Unidfos, non esita a definirla “una gestione spregiudicata finalizzata a svuotare Tirrenia per poi travolgerla e farla morire a vantaggio della Moby. Per la prima volta i lavoratori marittimi di Tirrenia – scrive Pili – attaccano frontalmente la gestione della ‘Onorato armatori’ con affermazioni che confermano quello che da anni denuncio sulla gestione dei conti di Tirrenia e Moby.

Il comunicato dei lavoratori Tirrenia dopo l’assemblea che si è conclusa l’11 dicembre a Napoli ha messo nero su bianco la distruzione della compagnia pubblica da parte di Onorato con quella che nel comunicato viene definita spregiudicata gestione. Si tratta di una presa di coscienza durissima che mette sotto accusa la ‘Onorato armatori’ responsabile – prosegue il leader di Unidos – di quella che i sindacati definiscono la morte di Tirrenia”.
Secondo Pili “lo scenario prospettato nell’incontro tra i vertici della CIN Tirrenia e i sindacati ha scoperchiato di fatto quello che da anni denuncio: lo svuotamento economico finanziario e patrimoniale di Tirrenia per coprire i buchi di bilancio della gestione dissennata della stessa Moby.

Nel comunicato si prende atto di un fatto che si è sempre cercato di omettere: la compagnia è formata da dipendenti dell’area napoletana e siciliana. Un aspetto non trascurabile – continua Pili – considerato che gran parte dei servizi di continuità territoriale hanno sempre riguardato i collegamenti da e per la Sardegna”.
“Questo atto di accusa dei sindacati e dei lavoratori di Tirrenia – spiega Pili con una nota – dovrebbe indurre il ministero dei trasporti ad assumere ora, prima della stagione estiva, determinazioni tali da revocare la convenzione anzitempo per consentire un’ordinata sostituzione dell’attuale gestione del servizio di continuità territoriale per la Sardegna. La chiusura delle sedi di Cagliari e Napoli costituisce la dimostrazione che il gruppo Onorato sta puntando alla cancellazione della Tirrenia per sottrarre al patrimonio della società, ancora da pagare per 180 milioni di euro allo Stato, navi e contributi finanziari dell’ultimo anno, per un’operazione di svuotamento che va bloccata senza perdere altro tempo”.

Per quanto riguarda la situazione finanziaria Pili afferma che: “Il Gruppo non terrà una chiamata Q3 con gli investitori. La trimestrale, con qualche mese di ritardo, sarà, pubblicata domani mattina, (oggi venerdì 13 dicembre, ndr), peccato che il gruppo Moby non terrà nessuna conferenza telefonica con gli investitori, cioè non ci sarà nessun confronto con coloro che hanno messo sul tavolo 300 milioni di euro e se ne trovano appena un terzo, visto che il bond vale appena il 35% della sua emissione. La situazione finanziaria è in altissimo mare e il tentativo di trovare un accordo per rimandare la scadenza del bond al 2026 appaiono tutte in alto mare, viste le proiezioni prospettiche rilevate dallo stesso tribunale fallimentare di Milano.

E’ possibile – conclude Pili – che dalla terza trimestrale non si evinca del tutto la situazione finanziaria ma di certo si potrà capire se la liquidità della società sarà in grado di garantire a lungo la continuità aziendale”.