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Chi li ha assaggiati ha già emesso il suo verdetto: il gusto è ok, l’identità del prodotto tradizionale è salva. Qualcuno li ha trovati anche più buoni. Ma il valore aggiunto è quello che il palato non sente: i formaggi, grazie alla scienza, migliorano le proprietà nutrizionali e hanno effetti positivi sulla salute. Grazie alla scienza perché, rispetto al passato, il latte viene trasformato con l’inserimento di microrganismi autoctoni, cresciuti sul posto. E si tratta di modifiche in grado di controllare e garantire la salubrità e la qualità dei formaggi e favorire l’accumulo di metaboliti funzionali.

E’ quanto emerge dal progetto dedicato ai formaggi freschi di pecora e capra, Minuforte. L’iniziativa è promossa e finanziata da Sardegna Ricerche ed è gestita dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con la collaborazione di 15 aziende lattiero casearie di Fonni, Dorgali, Olzai, Onifai, Iglesias, Villagrande Strisaili, Oliena, Orosei, Ovodda, Urzulei, Talana e Gairo. Obiettivo – è stato spiegato – molto chiaro: contribuire alla diversificazione e al rilancio della produzione casearia della Sardegna. Anche per evitare che il settore – con tutte le note problematiche del prezzo – sia legato solo o in gran parte al destino commerciale del Pecorino Romano.

Una situazione che rende necessario indirizzare il comparto verso prodotti innovativi in grado di conquistare nuove quote di mercato. Si cerca anche di coinvolgere nuove imprese. Minuforte è uno dei 35 progetti cluster promossi da Sardegna Ricerche e finanziati grazie al POR FESR Sardegna 2014-2020. Come per tutti i cluster, anche in questo caso vale il principio della “porta aperta”: tutte le imprese interessate possono chiedere di entrare a far parte del progetto in qualsiasi momento.