Usb non ha ricevuto da Tirrenia le risposte che voleva in merito alla decisione dell’azienda di chiudere gli uffici amministrativi di Napoli e Cagliari e ai paventati esuberi di personale in caso di mancata proroga dell’attuale regime di continuità marittima, e il sindacato si dichiara dunque pronto allo sciopero. In una nota Usb ricorda che si è svolto ieri Ministero del lavoro l’incontro tra una delegazione di Tirrenia CIN e USB nazionale Mare e Porti alla presenza della Direzione generale dei rapporti di lavoro del Ministero, quale seconda fase delle procedure obbligatorie di conciliazione primo di uno sciopero.

“Purtroppo – si legge in una nota – Tirrenia CIN ha confermato la medesima storiella: la chiusura degli uffici amministrativi è solo una riorganizzazione necessaria per “evitare doppioni”, che tale scelta non produce esuberi dato che il personale sarà ricollocato a Livorno, Portoferraio o Milano mentre la proroga della continuità marittima è necessaria per confermare l’attuale operativo e e gli organici”.

“A noi sembra – dice il sindacato – che continuino a sottovalutare pesantemente la situazione in atto. Rimane forte l’impressione di una compagnia che non investe a sufficienza per preparare il futuro”. L’esito dell’incontro, secondo Usb, “conferma le nostre convinzioni che debba essere avviata la vera e propria vertenza per il futuro dei lavoratori Tirrenia Cin, dal primo all’ultimo nessuno escluso, con tutti i mezzi a disposizione della nostra Organizzazione Sindacale”.

E per questo “valuteremo insieme alle strutture aziendali e ai lavoratori come procedere all’indizione del primo sciopero della vertenza. USB non rimarrà a guardare o aspettare che la situazione precipiti”.