Hanno esordito con la mappa del Dna umano per arrivare a risposte attese da decenni, come la scoperta del bosone di Higgs, grazie al quale esiste la massa e con essa ogni cosa compresi gli esseri umani, la scoperta delle onde gravitazionali previste un secolo prima da Albert Einstein e la prima fotografia di un buco nero: i primi 20 anni 2000 sono stati un crescendo di scoperte epocali, rese possibili dalla disponibilità delle macchine complesse e gigantesche tipiche della Big Science, la nuova organizzazione della ricerca basata sulle grandi collaborazioni internazionali.

Computer avanzatissimi hanno permesso di ricostruire la mappa del genoma umano, presentata il 26 giugno 2000 dal progetto internazionale Human Genome Project e dall’azienda Celera, fondata da Craig Venter.

Ancora Venter, quattro anni più tardi, ha sfruttato il connubio fra computer e biologia per ottenere la prima cellula sintetica, chiamata Syn 1.0: una frontiera inesplorata che ha aperto nuove domande e suscitato attese, come quella del primo lievito progettato al computer, previsto nel 2020.

Grandi attese anche per la medicina rigenerativa, che negli ultimi 20 anni ha mosso i primi passi in compagnia dei progressi fatti nella conoscenza delle cellule staminali e di tecnologie emergenti, come la stampa 3D.

Tra paure e speranze, un’altra potente macchina si è accesa il 10 settembre 2008 nel Cern di Ginevra: l’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc), che il 4 luglio 2012 ha permesso di scoprire il Sacro Graal della fisica delle particelle, il bosone di Higgs; nel decennio che sta per iniziare potrebbe rivelare l’esistenza della cosiddetta ‘nuova fisica‘, che risponde a leggi sconosciute e che potrebbe spiegare, per esempio, che cosa sono l’energia oscura e la materia oscura che insieme occupano il 95% dell’universo.

Sempre al Cern il 17 novembre 2010 sono stati ottenuti e intrappolati i primi atomi di antimateria.

L’11 febbraio 2016 altre macchine uniche hanno spalancato una nuova pagina della fisica: i rilevatori Virgo e Ligo hanno scoperto le onde gravitazionali, registrando il primo segnale prodotto dalla collisione di due buchi neri.

Altre potenti macchine, come i telescopi della rete Event Horizon Telescope (Eht) il 10 aprile 2019 hanno stupito il mondo con la fotografia di un buco nero: la prima prova diretta dell’esistenza di questi oggetti cosmici.

Il 10 maggio 2016 ha lasciato senza fiato la scoperta di 1.200 pianeti esterni al Sistema Solare da parte del telescopio spaziale Kepler della Nasa, che di colpo ha portato a migliaia il numero dei mondi alieni, la cui conoscenza avrà molto da dire nel prossimo decennio.
Scoperti oltre 1.200 nuovi pianeti esterni al Sistema Solare, il numero dei mondi alieni si impenna e supera 3.200 (fonte: NASA)

La scoperta di un lago sotterraneo di acqua liquida e salata su Marte, annunciata il 25 luglio 2018 da una ricerca italiana accende fantasie e speranze in vista delle prossime missioni a caccia di vita sul pianeta rosso e la sonda Cassini, nata dalla collaborazione di Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha concluso il 15 settembre 2017 il viaggio fra gli anelli e le lune di Saturno, regalando immagini indimenticabili e dati che richiederanno ancora anni di analisi.

Continuerà a far parlare di sé anche la sonda Rosetta: il 12 novembre 2014 il suo lander Philae è stato primo veicolo ad atterrare su una cometa.

I 20 anni che si chiudono hanno anche visto il primo passo delle sonde Voyager nello spazio interstellare i 50 anni dal volo dello Sputnik, il primo satellite artificiale della storia che ha aperto l’Era spaziale, i 50 anni dal primo uomo nello spazio e i 50 anni dallo sbarco sulla Luna, mentre sulla Stazione Spaziale sono sempre più numerosi gli esperimenti che aiuteranno l’uomo ad affrontare il lungo viaggio verso Marte. Un’avventura, quest’ultima che dall’8 luglio 2011, con l’ultimo lancio dello Space Shuttle, ha visto entrare in campo i privati a fianco della Nasa, mentre si fanno strada altri protagonisti, come Cina e India.