Ancora ombre sul destino dei 250 dipendenti dell’Aras, l’associazione allevatori della Sardegna, che in virtù di una legge regionale del 2018 dovrebbero entrare nell’organico di Laore, l’agenzia per l’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale. Proprio alcuni dipendenti di Laore hanno presentato a dicembre due ricorsi al Tar contro il bando emanato dal commissario dell’Agenzia per il concorso riservato al personale Aras. Sinora, fanno notare in una nota i segretari di Uil Fpl e Sadirs, Giampaolo Spanu e Luciano Melis, la Regione non si è costituita presso il Tar a difesa del bando.

“Abbiamo saputo dai nostri avvocati che stanno curando la costituzione dei diversi dipendenti come controinteressati, che la direzione generale dell’area legale non ha finora provveduto e che si ha notizia della possibile non costituzione dell’Amministrazione regionale”, riferiscono le sigle. I sindacalisti, invece, chiedono al presidente Solinas che la Regione si costituisca perché, in caso contrario – spiegano – si determinerebbe “la paradossale situazione in cui l’istituzione regionale non difende una sua legge”. I termini scadono sabato 11 alle 12: la camera di consiglio per la richiesta di sospensiva è fissata infatti per mercoledì 15. Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa: “La decisione dell’assessorato degli Affari generali di non costituirsi in giudizio davanti al Tar nella vertenza Aras, ove fosse confermata, sarebbe inaccettabile”.

La legge sulla stabilizzazione dei lavoratori Aras, ricordato l’esponente della maggioranza, “ha avuto un percorso accidentato, che ha visto molte opposizioni e tentativi di bloccarne l’approvazione, ma è una legge della Regione che la Regione non si deve vergognare di difendere. A meno che non pensi che applicare le sue stesse leggi rappresenti un optional, nemmeno un diritto, tantomeno un dovere”.