“La Giunta regionale annulli la delibera che sospende il servizio di prelievo del sangue con le autoemoteche nelle nostre comunità, costringendo i nostri concittadini a riversarsi su Sassari, con i conseguenti disagi per loro e per il servizio”. È l’appello lanciato da Gianfranco Soletta, sindaco di Thiesi e presidente della Conferenza sanitaria di Sassari, l’organismo di vigilanza e programmazione socio-sanitaria che raggruppa tutti gli amministratori locali del territorio. Una richiesta che giunge a pochi giorni dall’entrata in vigore del provvedimento con cui, di fatto, dall’1 gennaio in 15 Comuni del Sassarese è sospeso il prelievo di sangue. “Abbiamo necessità di sapere se si vogliono tenere aperti i centri prelievi – avverte Soletta – oppure prenderemo le nostre decisioni anche sul piano politico”.

Tra i Comuni per cui la ‘beffa’ è ancora più grande c’è senz’altro Usini, che di recente aveva investito 20mila euro per adattare a sue spese un locale destinato a quel servizio. “Non siamo più in grado di dare una risposta ai nostri cittadini”, lamenta il sindaco Antonio Brundu. Uno dei motivi sarebbe la carenza di personale medico. “Ma quando mai si è visto? il prelievo è un’attività tipicamente delegata al personale paramedico”. I centri dell’hinterland sassarese annunciano plateali e clamorose forme di protesta se la Regione non dovesse tornare sui suoi passi. Al coro degli amministratori locali si unisce anche la capogruppo del M5s in Consiglio regionale Desirè Manca.

“Già lo scorso 16 aprile presentai una prima interpellanza contro la sospensione di numerosi punti prelievo in provincia di Sassari, dovuta alla mancanza del requisito organizzativo che prescrive la presenza del medico durante l’esecuzione dei prelievi. Nel frattempo è partito il servizio sostitutivo con l’autoemoteca, che per quanto scomodo ha lenito il disagio di quelle comunità. Si riempiono la bocca con la lotta allo spopolamento e poi tagliano i pochi servizi pubblici rimasti, larga parte delle persone servite dai punti di prelievo esterni devono sottoporsi frequentemente ai prelievi e la necessità di viaggiare li costringe a ulteriori disagi”, conclude Manca.