La firma dell’Ats, attesa entro l’8 gennaio, per l’attivazione del Reparto di Emodinamica dell’ospedale Santa Maria della Mercede a Lanusei, non è arrivata e così i cardiopatici dell’associazione Amici del Cuore hanno ripreso la protesta nel corridoio del Reparto di Cardiologia dell’ospedale ogliastrino e sono decisi a portarla sino alle estreme conseguenze: da domani, infatti, inizierà lo sciopero dei farmaci salvavita.

“Siamo arrivati qui stamattina e stiamo occupando il reparto ma da domani cominciamo lo sciopero dei farmaci – ha detto il direttore dell’associazione, Francesco Doneddu -. Adesso basta, noi non crediamo più a una parola di quello che dicono e cioè che l’Assessorato alla Sanità starebbe lavorando per l’attivazione del servizio”. Doneddu ha scritto una lettera indirizzata ai dirigenti del reparto di Cardiologia e del Pronto Soccorso, con la quale dà il via allo sciopero dei farmaci e diffida chiunque dal trattarlo con i medicinali nel caso stia male.

“La lotta inizia domani, non solo con la rinuncia al cibo ma anche con la rinuncia all’assunzione dei farmaci salvavita indispensabili per la mia sopravvivenza quale cardiopatico – è scritto nella lettera – Non è più sopportabile l’inerzia che da troppo tempo impedisce l’entrata in funzione della sala di emodinamica allestita da oltre otto anni all’ospedale Santa Maria della Mercede. Ritengo non vi siano più giustificazioni serie e plausibili nel non dare a tutta l’Ogliastra un servizio di vitale importanza. Solo persone come me e come i 1200 cardiopatici ogliastrini che hanno vissuto sulla propria pelle i disagi, può rendersi contro dell’azione intrapresa e della fondatezza della lotta in atto. Spero che l’intervento delle autorità proposte, il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Nieddu mi permettano, attraverso l’apertura del servizio, di riprendere l’assunzione dei farmaci salvavita. In caso contrario – conclude la lettera – sono determinato a portare sino alle estreme conseguenze la lotta intrapresa e diffido chiunque dal praticarmi cure forzose dispensandolo nel contempo da qualunque responsabilità possa eventualmente derivarne”.