È stato consegnato sabato scorso al presidente della Fondazione Maria Carta Leonardo Marras il premio “Frakkeras”, il riconoscimento che l’Amministrazione Comunale di Gadoni conferisce annualmente a personalità sarde impegnate in ambito culturale e sociale. La cerimonia, che si è svolta al Centro Polifunzionale, è stata introdotta da un convegno sul fenomeno dello spopolamento, lo stesso tema che da anni Leonardo Marras e la Fondazione Maria Carta da lui presieduta portano all’attenzione di cittadini, amministratori locali e regionali, giornali, tv e web con il progetto “Freemmos”, che comprende tappe nelle comunità sarde più a rischio.

Dopo i saluti del sindaco di Gadoni Francesco Mario Peddio, sono intervenuti Felice Tiragallo, demoetnoantropologo, Marcello Tanca, geografo, entrambi docenti dell’Università di Cagliari, Alessandro Corona, sindaco di Atzara e presidente della Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai, gli assessori del Comune di Gadoni all’Ambiente e al Turismo Elia Porru e alle Politiche Culturali nonché vicesindaca Tonina Vacca.

«Per il Comune di Gadoni attribuire il premio Frakkeras a Leonardo Marras significa manifestare in mondo tangibile quel sentimento di gratitudine che le piccole comunità dell’isola provano nei confronti del progetto “Freemmos” – recita la motivazione –. Infaticabile animatore culturale, in tutte le sue attività riesce a trasmettere la passione autentica per i preziosissimi beni culturali immateriali che la millenaria civiltà sarda conserva con orgoglio».

«Contrastare lo spopolamento anche grazie alla cultura. Con “Freemmos” cogliamo l’importanza di questo passaggio. Gadoni è al centro, non solo geografico, del fenomeno dello spopolamento e per questo il tema è da noi particolarmente sentito. Negli ultimi decenni abbiamo perso oltre il 50 per cento della popolazione. Nel 1960 il comune vantava ben 1600 abitanti, oggi siamo poco più di 700. Dati impietosi», ha ricordato il sindaco Francesco Mario Peddio, che insieme alla vicesindaca Tonina Vacca ha consegnato il riconoscimento a Leonardo Marras.
«Questo premio lo ricevo io ma va anche a tante persone, tanti amici con i quali in questi anni abbiamo seguito insieme progetti e iniziative, oggi qui con me in sala – ha detto Marras, emozionato.

Il progetto Freemmos è nel nome la combinazione di due parole, l’inglese “free”, libero, e il sardo “frimmos”, fermi, quindi liberi di restare nella nostra terra. Lo stiamo portando avanti non perché siamo risolutori di problemi ma in quanto animatori di dibattito, anzi, “spacciatori” di speranza. Portiamo nelle piccole comunità quello che sappiamo fare meglio, con la cultura e la musica, tutta la musica della nostra isola. Per una giornata animiamo così quelle piccole comunità per cercare di accendere una luce là dove si sta spegnendo. Viaggiando con la nostra carovana abbiamo scoperto delle cose straordinarie. A cominciare dal lavoro dei sindaci, veri combattenti, che affrontano quotidianamente i problemi, con coraggio e sofferenza. Non ci dobbiamo permettere di perdere nessuna delle 377 comunità della Sardegna. In ognuna di esse ci sono storia, identità e cultura. Abbiamo raccontato storie di imprenditori rientrati nelle loro realtà con un bagaglio di studi ed esperienze. Perché questo è un segnale davvero di speranza». Adesso è però anche il momento di ripartire. «Freemmos continua nel 2020, con una tappa proprio a Gadoni e con un taglio diverso. Coinvolgeremo il mondo della scuola: per un’intera giornata parleremo di spopolamento e lo faremo con la presenza di 200 studenti, che invaderanno pacificamente il paese», ha annunciato Leonardo Marras.

L’evento, coordinato da Ottavio Nieddu, si è chiuso con due momenti culturali: la lettura, curata da Caterina Orecchioni e Ornella Porcu, di poesie tratte dal libro “Canto Rituale” di Maria Carta e la musica dei Fantafolk, ovvero Andrea Pisu (launeddas) e Vanni Masala (organetto). Nel corso della serata, a sorpresa, ha cantato anche la voce della Sardegna, Maria Giovanna Cherchi. Si è inoltre esibito il Coro Polifonico di Gadoni, diretto da Antonio Zanda.

Il premio “Frakkeras” è nato una decina di anni fa e viene attribuito a coloro che si occupano della salvaguardia e divulgazione dei beni materiali e immateriali dell’isola. Il nome riprende quello del rito di “is frakkeras” per le anime, una suggestiva tradizione praticata a Gadoni: l’asfodelo, fiore del regno dei morti, viene legato in lunghi fasci, ai quali viene dato fuoco nella parte anteriore e che sono poi portati di corsa dai giovani per il centro abitato con l’intento di condurre fuori dal paese le anime erranti.