Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) chiede nuovamente l’intervento del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Quattro Funzionari del Corpo di Polizia Penitenziaria e tre direttori per dieci carceri: è la costante situazione di incertezza che caratterizza la Sardegna”.

“In Sardegna abbiamo oggi 2.288 detenuti – 39 donne e 2.249 uomini – ma, per dieci carceri, solamente tre direttori e quattro funzionari di Polizia Penitenziaria che svolgono compiti e funzioni di Comandante di Reparto. Questo significa che più strutture non hanno stabilmente un direttore e un Comandante e questo va inevitabilmente a incidere sulla loro funzionalità e governabilità. Non deve sfuggire – sottolinea il segretario generale Sappe Donato Capece – che le donne e gli uomini del Corpo sono una sentinella sociale stabilmente ubicata nei gangli più nascosti del disagio e della sofferenza, quali i luoghi di pena, e per quello possono anche cogliere segnali e fornire informazioni che sono state nel passato preziosissime o, addirittura, fondamentali nella lotta al terrorismo e al fenomeno mafioso”.

“Nel sistema penitenziario sardo oggi si registrano gravi episodi di violenza ed aggressione ai nostri agenti; le situazioni strutturali sono al collasso; la gestione delle relazioni sindacali e del benessere del personale è ai minimi storici con elevatissima conflittualità sindacale; gli eventi critici sono costanti e continui, come le colluttazioni, i ferimenti, le aggressioni, i tentati suicidi. E questo non garantisce affatto da un lato la certezza della pena detentiva e dall’altro le attività trattamentali di rieducazione del reo”, conclude il Sappe.

“Unificazione della dirigenza, con possibilità di transito dei dirigenti penitenziari in altre amministrazioni, qualora non volessero entrare a far parte del Corpo”, chiede infine al Guardasigilli.