Legambiente ha individuato undici opere prioritarie per la Sardegna su 170 presenti in tutto il Paese e la prima riguarda il nuovo elettrodotto Sardegna-Sicilia-Continente, ritenuto dall’associazione ambientalista “un’infrastruttura la cui realizzazione è cruciale nei programmi della transizione energetica. Infatti – scrive nel dossier – nelle previsioni della Strategia Energetica Nazionale e ultimamente della proposta di Piano Clima-Energia viene indicata la prospettiva della chiusura delle centrali a carbone entro il 2025, assieme alla necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili”.

Legambiente, nel documento, scrive che per prime dovranno chiudere la centrale Sulcis ‘Grazia Deledda’ e la centrale di Fiume Santo a Porto Torres. Altri interventi fondamentali sono le bonifiche su 27mila ettari dove si trovano, ad esempio, le zone industriali del petrolchimico di Porto Torres, suoli e falde di Portoscuso e i fondali della Maddalena. Infine, afferma, “è fondamentale prendersi cura dell’ormai vecchia rete ferroviaria della Sardegna” che si estende per circa 1.035 km di lunghezza, in parte a scartamento ordinario e in parte a scartamento ridotto. L’intera rete non è elettrificata e il sistema di trazione è a diesel”.

Tutto ciò dovrà andare di paripasso con la riqualificazione della rete ferroviaria a scartamento ridotto Arst, il miglioramento della rete metropolitana leggera per l’area vasta di Cagliari e il completamento della linea tranviaria di Sassari. “Gli interventi che mettiamo in evidenza sono coerenti con la lotta ai cambiamenti climatici”, afferma il presidente regionale di Legambiente Annalisa Colombu.

“Questo dossier – sottolinea Vincenzo Tiana, presidente del comitato scientifico regionale – è un contributo che vogliamo offrire alla Giunta Regionale e al dibattito pubblico”.