“Non ho potuto vaccinare il bambino perché alle 8 non c’erano più biglietti”. Signora, cosa significa ‘non c’erano più biglietti’?: “Arrivati a 20 ticket taglia-code, mi hanno detto che non avrebbero vaccinato il bambino”. Quanti anni ha il bambino? “Due mesi”. Cioè non hanno fatto il vaccino perché lei sarebbe dovuta andare alle 6 del mattino al poliambulatorio a prendere il biglietto?: “Si, esattamente!”

E’ questa l’incredibile vicenda che ci racconta sconcertata una mamma di Guspini che doveva vaccinare il suo bimbo di due mesi. La donna chiede (invano!) spiegazioni e chiama alla Asl, a Sanluri, e chiede di poter vaccinare il bimbo là, visto che la azienda sanitaria è la stessa, quella del Medio Campidano. Nulla. Per tutta risposta un impiegato le risponde che se il bambino è di Guspini e va vaccinato e registrato nel distretto di Guspini.
“Che poi cosa più assurda – ci spiega -, torno alle 12.30 torno al poliambulatorio di Guspini chiedendo e quasi pregando di farmi la cortesia e cosa scopro…? Il vaccino che doveva fare il bambino non era disponibile. Nn avevano i vaccini. Ma perché?”. Ecco: ‘ma perché?’, è la giusta domanda che si pone un cittadino. Ma che dovrebbe porsi invece anche la Asl.

Vicenda assurda, vissuta a gennaio del 2020, pochi giorni fa, da questa mamma disperata. Sconcerto anche tra gli operatori sanitari e i medici, contattati privatamente e dei quali, per ragioni di privacy, non citiamo i nomi, che allargando le braccia e rispondono che non sanno “che pesci pigliare”.

La salute è un diritto garantito dalla Costruzione e visto che il vaccino è un obbligo sarebbe corretto che lo Stato, e quindi in questo caso la Regione, provvedessero a garantirlo nei tempi previsti dalla legge. Il cittadino è libero di scegliere dove e da chi farsi curare. Il Servizio sanitario si deve basare sul principio della libera scelta del cittadini del medico e del luogo di cure, che è stato adottato sia per offrire ai cittadini pari opportunità, evitando discriminazioni legate al territorio di appartenenza. Il Sistema sanitario prevede il principio della libera circolazione dei pazienti, senza vincoli alla scelta della struttura specialistica di assistenza. Ma evidentemente nel 2020 in Sardegna questo non è possibile. Neppure per un bambino di 2 mesi.