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Ennesima aggressione in carcere nei confronti di un’agente del Gom della polizia penitenziaria nel carcere di Bancali, a Sassari. L’aggressore è il noto boss di Cosa Nostra Leoluca Bagarella che ha attaccato con un morso il poliziotto mentre, detenuto in regime di 41bis, veniva accompagnato nella sala delle videoconferenza, da dove avrebbe dovuto assistere a distanza all’udienza del processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Palermo sulla trattativa Stato-mafia.

Dopo l’aggressione il detenuto è stato prontamente bloccato e riaccompagnato in cella. “Non ho notizie dirette del fatto che sarebbe accaduto ieri, riportato sulla stampa nazionale, ma sono certa che se fosse accaduto nei termini riportati, non sia affatto da interpretare come una manifestazione di protesta contro il regime detentivo speciale cui è sottoposto da 25 anni, ma che derivi piuttosto da uno stato fisico gravemente compromesso che genera un malessere tale da condizionare le sue condotte”, commenta il legale del boss dice Antonella Cuccureddu.

L’avvicato inoltre chiede che “che immediatamente siano eseguiti gli esami diagnostici e le visite necessarie a garantire la salute di Bagarella. Ha gravi problemi e ormai da molti mesi ho segnalato il caso al direttore della casa circondariale di Sassari e al magistrato di sorveglianza. Nelle reiterate istanze depositate, ho sollecitato visite specialistiche ed esami strumentali che avrebbero consentito la formulazione di una diagnosi e la somministrazione delle relative terapie, ma a tutt’oggi, nonostante le rassicurazioni, non ho notizia che siano stati eseguiti – e conclude – certamente non lo erano fino alla metà dello scorso mese di dicembre”.

“Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi
contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser”?”. Lo ha detto il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, commentando l’aggressione subita da un agente nel carcere di Sassari da parte del boss mafioso di Cosa Nostra Leoluca Bagarella.

“Il detenuto, di altissimo spessore criminale – ha detto
Capece – ha strattonato il poliziotto del Gruppo Operativo
Mobile che lo stava accompagnando alla Sala delle videoconferenze ma senza procurargli alcuna lesione o ferita.
L’immediato intervento di altro personale di Polizia Penitenziaria ha comunque scongiurato ulteriori conseguenze ripristinando immediatamente l’ordine e la sicurezza all’interno del reparto detentivo”.