Ruby Karima El Mahroug all'uscita dal tribunale dopo aver testimoniato all'udienza del processo. Milano, 17 maggio 2013. ANSA/MOURAD BALTI

Buste piene di soldi che passavano dall’avvocato Luca Giuliante, ex legale di Ruby e tra gli imputati nel processo ‘Ruby ter’, alla stessa Karima El Mahroug.
E’ il centro della testimonianza che è stata resa, durante il dibattimento che ha tra i 29 imputati Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari, da parte del custode peruviano del palazzo a Milano in cui aveva lo studio il professionista.
Il teste ha raccontato, rispondendo alle domande dell’aggiunto Tiziana Siciliano, di aver portato queste “buste”, che gli aveva affidato Giuliante, due volte nel 2014, una volta alla stessa Karima e un’altra ad un amico di lei, sempre su indicazione di Ruby. “Una volta – ha spiegato – mi sembra che Giuliante mi abbia detto ‘fai attenzione che ci sono soldi’”.

Ha detto anche di essere stato pagato per questo servizio “150 euro” e che in una delle due volte non gli era stato detto che ci fosse denaro dentro. Il portinaio ci ha tenuto a dire ai giudici: “Non ho fatto nulla di male, ringrazio questo Paese che mi ha dato tutto”.

“Prima mi chiamava lei, Ruby – ha chiarito il teste – e mi diceva di andare da Luca (Giuliante, ndr) a prendere delle buste per portarle a Genova da lei. L’avvocato mi consegnava la busta e io non mi sono mai permesso di chiedere cosa ci fosse dentro”. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha letto, però, alcuni messaggi WhatsApp dell’ottobre 2014 nei quali il portinaio parlava con Ruby, per tre giorni consecutivi, ed entrambi facevano riferimento ad una busta con “soldi”.

“Lei era diventata un po’ pesante, perché pensava che io lavorassi per lei”, ha aggiunto l’uomo, che ha spiegato, invece, di essere amico dell’avvocato Giuliante, anche lui accusato dai Pm di corruzione in atti giudiziari, perché avrebbe fatto, secondo l’accusa, da intermediario nelle consegne di denaro da Berlusconi alla ragazza, il cui ‘silenzio’ sulle serate ad Arcore sarebbe stato pagato dal leader di FI, così come quello di altre ‘olgettine’.

Il testimone, in una fase della sua deposizione, si è commosso e ha voluto anche dire direttamente ai giudici della VII sezione penale: “Io sono in un Paese che mi ha dato tutto, non sono abituato a queste cose, non ho fatto niente di male”.