Sfruttare le canne che si trovano per chilometri su tutta la spiaggia del Poetto come ecofiltro per far rinascere le vecchie dune. È questa la proposta di Legambiente per la massa enorme di vegetazione portata dal mare e riversata sull’arenile cagliaritano.

Gli ecologisti ovviamente sanno bene che lasciare le canne dove
sono può dare non pochi fastidi durante la fruizione balneare della spiaggia dei centomila. Infatti, ciò che preoccupa maggiormente è che le canne, mimetizzandosi sotto la sabbia o appena in prossimità della superficie, possano diventare una trappola per i bagnanti appena ci sarà la bella stagione. Per Legambiente, però, si può sfruttare l’emergenza per migliorare la protezione  dell’arenile. “La situazione problematica attuale costituisce nel contempo una opportunità per proseguire l’opera già avviata a suo tempo con la realizzazione del progetto del lungomare”, spiega l’associazione. “In primo luogo – continua Legambiente – usando la massa di canne spiaggiate per potenziare l’estensione in profondità del cordone dunale. In pratica, si propone di utilizzare le canne giacenti sull’arenile per costituire degli incanniciati da sfruttare per il restauro dei tratti deteriorati e l’implementazione dei dispositivi di formazione delle dune con larghezza adeguata. E ancora, modalità di realizzazione con metodi di ingegneria naturalistica (per esempio transetti con incannicciato ed altre tecniche ormai diffuse) ed altrettanto
adeguati sistemi di protezione dal calpestio e di segnalazione
al fine di ripristinare la naturale mobilità della duna ed innescare il processo di ricolonizzazione delle specie caratteristiche dell’habitat”.