Il tribunale di Sassari ha stabilito, con una sentenza, che quello di viceprocuratore onorario è un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato con il ministero della Giustizia.

Una sentenza “storica” per i magistrati onorari, secondo il Comitato Articolo 10, per chi “non ha superato un concorso per diventare magistrati, ma svolge quelle funzioni nei procedimenti relativi ai reati più” e rappresentano circa il il 50% del totale dell’organico della magistratura.

Tutti i ricorsi erano stati respinti, sino a quello del viceprocuratore onorario Cristiano Idini, la cui sentenza, spiega il Comitato Articolo 10, ha “accertato e dichiarato la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato di fatto dalla data di immissione nelle sue funzioni”.

“Con questa sentenza il giudice ha stabilito che le modalità di svolgimento del rapporto sono tipiche di un rapporto subordinato, vedremo ora come la motiverà – spiega – So che ci sono altri ricorsi pendenti da parte dei giudici di pace, che hanno rimesso la questione alla Corte di giustizia europea per verificare la compatibilità delle norme italiane sul lavoro subordinato rispetto alle direttive europee su lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato. Anche qui è attesa una decisione in tempi brevi”, è il commento del legale del viceprocuratore onorario Cristiano Idini Claudio Tani.

“Noi non rivendichiamo lo status magistrati, ma la natura subordinata del lavoro e tutto ciò che ne consegue. Non è una rivendicazione per entrare in magistratura, chiediamo semplicemente il riconoscimento della funzione che svolgiamo. Quello che facciamo è un lavoro di natura subordinata e ci spettano tutti i diritti dei lavoratori: quelli previdenziali, le ferie, l’indennità di malattia e contributi maternità”, sottolinea il vice procuratore onorario Paola Belloni.