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È nato anche sull’isola un comitato per dire ‘No’ al taglio dei parlamentari, previsto, tramite Referendum, il 29 marzo.

Ne fanno parte i consiglieri regionali del Pd Roberto Deriu e Piero Comandini; Stefano Tunis, leader del movimento Sardegna 20Venti, che invece, facendo parte della maggioranza, sostiene la Giunta guidata da Christian Solinas. Ciò per cui si batte il nascente comitato risiede sul rischio di una riduzione della rappresentatività dei territori, “soprattutto della Sardegna, che perderebbe di colpo nove parlamentari se la riforma fosse attuata”, ha detto Comandini.

“Il nostro No – ha sottolineato Deriu – è a una politica lasciata nelle mani dei ricchi, perché saranno i ricchi a impadronirsene grazie alla notevole estensione dei collegi elettorali”.

“Con il taglio dei parlamentari risparmi un caffè all’anno, non vendere la tua libertà per una tazza di caffè”, ha ricordato Tunis. La paura del consigliere è che il Senato diventi un luogo dove pochissimi prendono decisioni per tutti: “Con questi numeri nelle commissioni della Camera alta del Parlamento saranno tre, quattro persone a decidere in solitaria su temi strategici. Il Senato rischia di diventare un ambiente opaco e lobbistico. Ce n’è abbastanza per votare No”. Anche un giovane sardo, Gabriele Boi, ha preso la parola come iscritto al comitato: “Ho aderito – ha detto – perché non credo che tagliando i parlamentari si faccia un regalo alla democrazia né si incrementi il funzionamento democratico. Abbiamo ben chiaro il fatto che la disaffezione alla politica non è una soluzione”.