Leggo con piacere via social network, che l’onorevole Senatore Salvatore Deidda di FdI, facendo fede a quanto promesso in campagna elettorale (Nazionale, Comunale e Regionale), chiederà al governo Conte bis di pronunciarsi nuovamente sull’incredibile anomalia di Cagliari, unica città metropolitana occidentale nel 2020 ancora priva d’Alta Formazione Artistica residente, questo avverrà anche nel nome di come trasversalmente su tale criticità, si siano espressi rappresentanze politiche istituzionali da anni d’accordo su come una realtà metropolitana nel 2020 priva d’Alta Formazione Artistica sia motivo di forte imbarazzo nel rivolgersi con pari dignità culturale verso l’altrove.

L’occasione ci consente di giocare a tentare di mettere ordine in un quadro politico e normativo complesso, chiedendoci: ma come nasce un’Accademia di Belle Arti?

– Nasca a Cagliari una sede distaccata di un’Accademia di Belle Arti, pubblica o privata che sia, è obbligatorio il passaggio all’Anvur e al Ministero, che ne attestino le relative documentazioni d’agibilità, sicurezza, permessi comunali e quant’altro, il passaggio all’Anvur è nodale in qualsiasi iter (l’Accademia di Matera nacque per decreto presidenziale, quindi al di la dell’iter seguito, senza una sede e uno spazio certificato, in relazione al progetto didattico d’Alta Formazione Accademica, cadono tutte le ipotesi e resta dialettica politica, da qui, i vari passaggi e delibere Comunali, Regionali e alla Camera).

– Una sede distaccata di un’Accademia statale potrebbe essere meno complicato, basterebbe all’Anvur solo l’agibilità, l’antincendio e gli obblighi legislativi di tutte le scuole, anche in questo caso è necessaria l’approvazione del Ministero (dopo il passaggio Anvur), la faccenda si complicherebbe nell’istituire scuole o indirizzi non presenti nell’ordinamento dell’Accademia con la quale ci si accorda, l’iter diventa complesso, ma se un’Accademia (pubblica o privata che sia) ha già attivo un corso di pittura o scultura, e vuole attivarlo nella sede distaccata la questione si semplifica molto.

Cosa è l’ANVUR?

L’Anvur è l’agenzia nazionale di valutazione universitaria e di ricerca, esamina la sussistenza dei giusti requisiti riguardo il livello della docenza e gli spazi delle Accademie che richiedono nuovi corsi, non opera distinguo tra Accademie pubbliche e private. L’Anvur fornisce un parere a cui il Ministero deve per forza adeguarsi, è un’agenzia autonoma.

– L’Iter politico: La politica è a monte di tutto questo, perché è la politica stessa a determinare gli orientamenti d’indirizzo per fare si che i risultati si ottengano (e Cagliari è l’unica città metropolitana Europea, capoluogo di provincia italiano e capoluogo Regionale dell’intero occidente, ancora priva nel 2020 d’Alta Formazione Artistica Accademica).

Distinguo: – Con un accordo con un’Accademia pubblica questa farebbe d’Accademia Madre, con un’Accademia privata si potrebbero avere margini di manovra diversi ma sarebbe ovviamente più complicata la gestione economica della questione, in entrambi i casi la questione principale resta lo spazio, molte Accademie private utilizzano il vuoto normativo (penso ad Accademie private che storicamente affittavano spazi, i loro iscritti risultavano iscritti in altre città rispetto a dove frequentavano, gli attestati erano rilasciati dall’Accademia privata madre, a e a distanza d’anni regolavano e generavano a distanza diverse sedi in Italia).

Operativamente: – Servirebbe che il governo Conte bis, sposi la causa è riconosca l’emergenza per fare pressione Regionale (in Comune si è già incassata l’unanimità) e approvi la possibilità di fare nascere a Cagliari un’Accademia di Belle Arti, in un primo momento si può partire per una questione di tempistica come sede distaccata, ma è deleterio il vincolo d’attivare un corso distaccato non attivo nell’Accademia madre, chiaro che il vincolo di un corso non attivo miri a tamponare i numeri e a canalizzare le risorse economiche, oltre che a ritardarne i tempi, dal momento che la pratica si allunga con corsi non attivi nell’Accademia madre.

– Politicamente serve individuare una sede che risponda a requisiti d’agibilità.

Come muoversi nella maniera più funzionale e celere possibile? Individuato un plesso si potrebbe partire in maniera sommessa e sperimentale, un solo triennio con un massimo di 25 studenti (Arti figurative/visive se ci si accorda con un’Accademia privata, Scultura se ci si accorda con un’Accademia pubblica), 25 studenti tra diplomandi, artisti residenti e studenti che mai hanno concluso un percorso Accademico a Cagliari dal 1967 a oggi è oggettivamente non complicato trovarli per un triennio di primo livello. Lo spazio (un’ex scuola si presterebbe meglio all’operazione) dovrebbe consentire di gestire un triennio con al massimo 100 studenti, ma questo con tutte le delibere politiche e protocolli d’intesa alla mano per poi muovere Anvur e Ministero. Con un’Accademia privata potrebbero bastare anche due aule per richiedere un’accreditamento sede che farebbe la stessa Accademia che nel frattempo potrebbe rilasciare titoli a distanza, ma in termini economici ovviamente andrebbero valutate tante complessità (chi paga i docenti? I collaboratori? Le spese di gestione dello spazio?).

Che dire?

Attendo fiducioso e spero che politicamente trasversalmente alla Camera come in Regione si prenda atto di tale criticità e ci si muova partendo da un’Accademia madre e da spazi da individuare nell’ambito della politica (che ne dovrebbe sostenere i costi) per rendere il percorso quanto più celere possibile. In quest’isola i dati sulla dispersione scolastica e l’emigrazione giovanile non ammettono molta discussione, e prima poi Cagliari una sua pubblica e autonoma Accademia di Belle Arti, dovrà pure averla, o no?

di Mimmo Domenico Di Caterino