Il disegno di legge sulla riorganizzazione della presidenza della Regione annunciata dal presidente Christian Solinas è stato pubblicato e dovrebbe arrivare in Aula dopo il 31 marzo. Per il Movimento Cinquestelle si tratta di una “legge poltronificio bis”, dopo quella sul ripristino dei consigli di amministrazione negli enti in luogo degli amministratori unici.

In realtà, si tratta di un disegno di legge che ridisegna l’assetto “in linea con le migliori esperienze regionali e con l’obiettivo di rilanciare le attività di impulso della Giunta”, dice lo stesso governatore nella presentazione della delibera ora “cliccabile” nel sito della Ras. Anche perché, aggiunge “la norma di riferimento vigente sull’organizzazione amministrativa della Regione sarda e sulle competenze della Giunta è la legge regionale 7 gennaio 1977”. Tra le novità è prevista la nomina di un segretario generale, un po’ “sul modello della presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Si tratta di “una figura essenziale di raccordo politico amministrativo con funzioni di vertice per il coordinamento ed il controllo dei dipartimenti e delle direzioni generali della Regione”. Le altre novità riguardano i dipartimenti, previsti dalla legge di 43 anni fa, ma rimasti sulla carta. Saranno tre: programmazione, che avrà la competenza su bilancio, affari generali; ambiente ed enti locali-urbanistica, agli interventi produttivi (agricoltura, industria, lavori pubblici e turismo); interventi sociali in cui saranno aggregati lavoro, sanità, pubblica istruzione, cultura e trasporti. Verrà rilanciato il Servizio studi regionali con la funzione di rendere armonica la legislazione regionale rispetto a quella nazionale. Infine gli uffici di gabinetto del presidente e degli assessorati.

In particolare il primo sarà rivoluzionato perché il governatore potrà contare uno staff tecnico e sul Comitato per la legislazione, composto da cinque fra magistrati, avvocati, professionisti, professori e ricercatori universitari, col compito di “collaborare alla scrittura di leggi e testi unici”.

Intanto il M5s in Consiglio si chiede “quanto costerà ai sardi questa riorganizzazione”.