Per Itria Fancello, sindaca di Dorgali del Movimento 5 stelle, è arrivata l’archiviazione per l’accusa di turbativa d’asta legata all’affidamento della gestione dei siti archeologici del Comune. Il provvedimento è stato firmato oggi dal gip Claudio Cozzella, che ha accolto la richiesta della pm Emanuela Porcu.

Tutto era partito da un esposto presentato dall’archeologo Fabrizio Delussu – all’epoca della pubblicazione del bando direttore del museo di Dorgali – secondo il quale la sindaca e la sua amministrazione avrebbero favorito la cooperativa Ghivine in cui era dipendente il marito della Fancello, Alberto Nani (anche lui era finito nel registro degli indagati). Il bando, però, era stato pubblicato il giorno successivo all’insediamento del nuovo Consiglio comunale, nel giugno 2016, dopo la vittoria della sindaca pentastellata. Era stata lei stessa, nel dicembre 2017, ad annunciare su Facebook di aver ricevuto l’avviso di garanzia.

“Sono felice per questa archiviazione – ha detto Maria Itria Fancello – ho sempre avuto fiducia nella magistratura ed ero sicura di questo risultato. Dispiace comunque per quello che è successo: non è bello associare il proprio nome a cose orribili come la turbativa d’asta, ma l’importante è che sia stata ristabilita la verità”. Alla richiesta di archiviazione si è opposto l’avvocato Salvatore Murru, difensore dell’archeologo, parte offesa nel procedimento. Oltre alla sindaca e al marito, escono indenni dall’inchiesta l’assessore comunale all’Ambiente Fabrizio Corrias, i soci e dipendenti della cooperativa Ghivine, Gianpiero Cucca, Marco Canu, Angelo Useli e Maria Grazia Corrias, Pierluigi Mulas del Consorzio Atlantikà e Maria Tedde, dipendente del Comune di Dorgali.