Il 9 ottobre del 2019, una pioggia di razzi dell’esercito di Erdogan, ben 15, si abbatte sulla città cristiana di Qamishli, nel nord est della Siria. Sara, 10 anni, viene ferita in modo gravissimo ad una gamba che poco dopo deve essere amputata. Dopo alcune ore di agonia, muore. Nello stesso attacco dell’esercito turco è morto un altro bambino, anch’egli dopo atroci sofferenze.

Di questi due bambini, come degli altri uccisi dalle milizie anti Assad, dai bombardamenti della coalizione saudita-americana e dai terroristi a vario titolo supportati dai governi che da anni cercano, inutilmente, di far capitolare Damasco, non se ne parla, semplicemente perché questi bambini sono di serie B. Invece, per dimostrare che il cattivo di turno è Assad (e non i terroristi di al Qaeda e filo Ankara che tengono in ostaggio la popolazione civile) si è parlato molto, della piccola Iman, la piccola di un anno e mezzo morta assiderata tra le braccia del padre che cercava di portarla a piedi in ospedale da un campo profughi improvvisato a Idlib, in Siria.

La piccola Iman viveva in una tenda vicino al villaggio di Marata. Ecco, ai direttori de La Repubblica, La Stampa, Corriere della Sera, dei Tg della RAi, Mediaset, La Sette e SkyTg24, tanto per citarne alcuni, chiedo: “Perché non avete mai parlato dei primi e, invece, avete utilizzato l’ultima piccola vittima per fare una inutile, quanto stupida, propaganda contro Assad e Putin ? E perché Erdogan, che pure ha ucciso quei due bambini a Qamishli, è un mostro quando ammazza i curdi ed è buono invece quando finanzia i gruppi qaedisti a Idlib? Quale stupido corto circuito esiste nei vostri resoconti e nelle vostre cronache giornalistiche? E vi siete mai preoccupati in questi mesi di parlare della condizione di quei bambini che vivono in Siria in un alloggio senza riscaldamento a causa delle sanzioni degli USA e dell’UE.

Non sarà che quei bambini non vi piacciono perché appartengono a famiglie che sostengono il governo siriano e davanti a un microfono racconterebbero una storia molto diversa da quella che per anni avete propinato all’opinione pubblica italiana?”

Qui non si tratta di essere con Assad o contro Assad, qui si tratta di avere una decenza nel raccontare in modo completo ciò che sta accadendo in quel paese, per evitare che ci siano, come è successo anche di recente, bambini di serie A e bambini di serie B.

 

di Alessandro Aramu