“In questi giorni non si parla altro che della proroga delle posizioni organizzative amministrative e sanitarie del Brotzu. Tanto baccano per nulla con nomi e cognomi, una semplice proroga di proroga che avviene ogni sei mesi circa”. Esordisce così un gruppo di dipendenti del più grande ospedale della Sardegna, che protesta per il mancato aggiornamento delle posizioni amministrative dei dipendenti che non percepiscono le indennità dovute.

“C’è da meravigliarsi come mai in questi ultimi dieci anni (come da contratto ) non siano state ribandite, (o meglio è stato fatto) ma senza poi procedere alla loro messa in atto, con la scusa nel dare la colpa ai sindacati, altre posizioni vengono prorogate di continuo alle stesse persone , mentre le altre alle quali dovevano assegnate, portano avanti il lavoro senza alcuna indennità. Alcuni di questi – prosegue la nota dei dipendenti del Brotzu – sono andati in pensione facendo causa tramite ispettorato del lavoro , è si son dovuti accontentare della proposta pur di andar via senza altre rotture con questa azienda. Altri invece continuano a perdere tempo in tribunale in quanto non fanno parte della cerchia politica o amici di qualche politichese”.

“Siamo venuti a conoscenza che sia al settore bilancio, al servizio tecnico, al patrimonio ci siano funzionari che da anni svolgono mansioni superiori. Alcuni di essi – continua – pare siano in causa, come chi da 5 anni svolge mansioni superiori perché nominato regolarmente con delibera del 2015. Forse vogliono che si abbia il benestare dal vecchio politico che tira le redini al Brotzu? Oppure – continua il gruppo dei dipendenti – c’è da sistemare qualche amico o nuovo arrivato?”.

“Sta di fatto – spiegano – che il clima aziendale del Brotzu è ai minimi storici. Infermieri sotto stress, autisti dei trapianti ai quali non viene riconosciuto nulla, Oss sotto organico, medici che fanno salti mortali per tappare buchi nei reparti. Non si può dire neanche che l’ospedale goda di un aspetto piacevole in quanto il degrado è evidente: dagli ingressi con macchine sui marciapiedi, barboni che dormano sparsi per i bagni e negli androni dei reparti. L’auspicio – concludono i dipendenti in protesta – è che intervenga al più presto la Procura della Repubblica per rimettere in sesto questo ospedale”.