Boom di richieste di certificati di malattia ai medici di famiglia da parte dei lavoratori. Ma l’isolamento, se non è imposto, non fa scattare l’astensione giustificata dal proprio posto di lavoro da parte del medico.

“Occorre precisare che esistono due fattispecie distinte – spiega il dottor Edoardo De Pau, presidente provinciale del Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani (Snami) – una è la quarantena data dalla sanità pubblica, l’altra è un’auto quarantena, che nel caso della Sardegna è stata definita secondo l’ordinanza numero 4 del governatore. Nella prima è già sufficiente il decreto di quarantena, di conseguenza il certificato Inps è relativo per i datori di lavoro; nel caso di auto isolamento il datore di lavoro deve favorire l’utilizzo dei congedi o delle ferie per il lavoratore e non è dovuto da parte del medico di famiglia alcun certificato di malattia”.

Nel frattempo alla luce dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, che stanno attendendo l’arrivo dei cosiddetti Dpi, i dispositivi di protezione individuale che saranno distribuiti a breve, lanciano un appello ai cittadini perché limitino al minimo indispensabile gli spostamenti dalla loro residenza e i momenti di socializzazione, “se non per motivi comprovati”.

“E’ bene anche che non si affollino gli studi di medici e pediatri di libera scelta e si rivolgano alle guardie medica solo per situazioni urgenti- conclude De Pau – E’ bene che venga prediletto il triage telefonico per capire prima le condizioni del paziente ed effettuare uno screening”.