Quando scattano le 18 sono i primi a sistemarsi nel balcone.

E a cantare. In spagnolo. Sì, perché sono di Barcellona e altre città della penisola iberica. Ma da settembre studiano a Cagliari Scienze motorie, Lettere, Giurisprudenza con il progetto Erasmus.

Cantano più degli italiani. Anche per farsi forza l’uno con l’altro. Sono in tredici, ma divisi in tre appartamenti, tutti in via Foscolo, a pochi passi dal mercato di San Benedetto, il più grande d’Italia tra quelli al coperto. E da un balcone all’altro parlano. E quando scatta l’ora del flash mob, mettono musica urlano a squarciagola.

Rimangono lì anche un’ora. Hanno tutti tra i 20 e i 23 anni. E mettono allegria in tutta la strada. E combattono la nostalgia di casa: “Avevamo l’occasione – spiegano dal balcone Marc, Belen, Micky e Mar – di tornare a casa ieri. Ma ci hanno detto che era più sicuro stare qui. A Barcellona la situazione sta diventando sempre più preoccupante. Studiamo – spiegano – e nei prossimi giorni cominceremo anche i corsi online dell’Università. Abbiamo deciso di rimanere qui sino all’estate”.

Contatti giornalieri con i familiari: “Anche loro – continuano – sono d’accordo: la situazione in Spagna sta diventano ogni giorno che passa sempre più simile a quella italiana. Ci sembra più giusto non spostarci. Ma è chiaro che vorremmo stare tutti vicino ai nostri cari”.

Sino a pochi giorni fa curavano la nostalgia anche guardando le partite della Liga. Con il tifo davanti alla tv e i boati per i gol del Barça. Ora anche il calcio spagnolo è fermo, ma loro per non rimuginare in continuazione su quello che sta succedendo cercano di usare l’arma in più dei loro vent’anni: la spensieratezza. “Siamo preoccupati – raccontano – ma crediamo che tutto possa andare al meglio. Tutto sommato siamo ottimisti”.