Export in frenata in Sardegna: nel 2019 il volume delle produzioni in uscita segna un calo del 1,4% rispetto al 2018 (-1,2% includendo l’industria petrolifera). In controtendenza le vendite dei prodotti agroalimentari aumentano del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2018 (+ 8 milioni di euro): un aumento dovuto all’incremento delle esportazioni di prodotti lattiero caseari (+ 12,5%). Ottimo risultato per i più prestigiosi formaggi sardi Dop sui mercati esteri: tra Pecorino e Fiore Sardo si è passati a 158 milioni (il record era stato nel 2015 con 162 milioni).

Il prezzo risale a 7 euro al chilo. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca della Cna relativa al 2019. Risultato negativo per industria chimica e farmaceutica (-6,5%) e per l’industria metallurgica (-5,6%): netto calo del valore delle esportazioni di armi e munizioni che rappresentava il 40% dell’export del comparto metallurgico. La causa – spiega la Cna – è legata al blocco delle vendite all’Arabia Saudita imposto dal governo alla fabbrica RWM di Domusnovas e che, come conseguenza, ha indotto una nuova vertenza industriale nel Sulcis: oltre 150 posti di lavoro a rischio su 350 addetti totali.

“In un periodo nel complesso negativo le vendite di prodotti agroalimentari sono state in controtendenza – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna – lo scorso anno si è registrato un +5,5%, pari a 8 milioni di euro in più nelle casse dei produttori isolani e questo dato riflette il risultato eccezionale delle vendite di prodotti lattiero caseari (+12,5%). La speranza è che l’emergenza sanitaria globale in termini di impatto limiti i suoi effetti ai soli prossimi mesi, ma siamo in un territorio del tutto inedito che non consente previsioni”.