“In Sardegna, dove ancora deve arrivare l’ondata epidemica più violenta del Coronavirus (ma è purtroppo solo questione di giorni), la gestione dell’emergenza da parte dei decisori politici in loco è fra le più preoccupanti se la confrontiamo con tutte le società del Nord del pianeta colpite dal virus”, affermano i Portavoce nazionali e regionali del Movimento Cinque Stelle.

“La pandemia colpisce ovunque, provocando risposte difficili e complicate delle amministrazioni pubbliche, sottoposte a una sfida senza precedenti che implica dover cambiare la stessa struttura economica, per approvvigionarsi o creare beni oggi scarsi (pensiamo alle mascherine o ai dispositivi medicali più complessi) che diventano improvvisamente vitali per milioni di cittadini”…”Queste risposte delle istituzioni finiscono per assomigliarsi nelle soluzioni, ma risultano molto diverse nella prontezza e nell’organizzazione, a seconda delle burocrazie e dei vertici politici e in Sardegna, lo ribadiamo, c’è da preoccuparsi tantissimo”,incalzano.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presto apprezzato il difficile lavoro del governo di Giuseppe Conte nel prendere decisioni di estrema complessità in un tempo sempre più ristretto e invece cosa ha fatto l’Assessorato regionale della Sanità tra il 21 Febbraio (il primo caso a Codogno, in Lombardia) e l’8 Marzo 2020 (con il Dpcm che ci ha fatto stare tutti a casa)? Era davvero tutto a posto, come diceva? Erano ben tutelati il lavoro e la salute dei medici, degli infermieri e di tutti i sardi? L’Ordine dei Medici della Sardegna dice di no. I soldati della guerra al virus lavorano in “condizioni di massima insicurezza”, e lo dicono forte e chiaro”, la denuncia del Movimento Cinque Stelle.

“Altra domanda: a che punto siamo con l’apertura di nuovi posti letto prevista dal Piano di Emergenza Regionale? E inoltre: nel mese appena trascorso, le mascherine sono state difficilmente reperibili in tutta Italia, ma disponibili in questi giorni in numero crescente, grazie ai continui arrivi da parte di altri paesi: questo si è reso possibile grazie al lavoro svolto dal Ministero degli Affari Esteri che monitora costantemente la situazione e la disponibilità dei materiali. Ebbene, nell’isola del “tutto sotto controllo”, la Regione giura di avere in giacenza 36 mila mascherine: allora perché le mascherine non sono state messe a disposizione fin da subito negli ospedali sardi, già agli esordi dell’epidemia al Nord Italia”… “A questo si aggiunge l’imbarazzante caso dei test rapidi per scoprire la positività al virus, che l’Assessore Nieddu ha confermato di aver ordinato alla società Tema Ricerca srl, prenotazione che in realtà non sarebbe mai arrivata, secondo quanto spiegato dalla nota della legale rappresentante dell’azienda di Bologna”.

La questione è poi approdata in Consiglio Regionale. In Aula l’assessore leghista Mario Nieddu ha spiegato che: “in conferenza l’Istituto superiore di sanità ha detto che (i test rapidi) non sono validati, così ci siamo fermati, siamo in una fase interlocutoria.”,  e ancora, “siamo in contatto con un’altra ditta che è in grado di certificare una validazione migliore.”

La Tema Ricerca Srl ha smentito categoricamente la ricostruzione e valuta azioni legali a propria tutela.

“I sindaci sardi dichiarano di essere stati lasciati soli: dal Nord al Sud della Sardegna, i primi cittadini denunciano gravi carenze nelle comunicazioni da parte dell’ATS in merito alla positività dei propri concittadini al virus”… “Arrivano dai medici fortissime proteste verso il bavaglio imposto al personale sanitario dall’Assessorato Regionale rispetto ai loro contatti con i giornalisti”, prosegue la nota di Manca.
“Serve trasparenza. Dopo Chernobyl, Valerij Legasov, lo scienziato che indagò su quella catastrofe, disse: “cosa può far saltare in aria una centrale nucleare? Le bugie!”. Cosa può peggiorare la catastrofe in Sardegna? Le bugie dei decisori, più l’incompetenza e le censure”.

“Come MoVimento 5 Stelle vogliamo indicare una via costruttiva immediata per non perdere un solo minuto, con questa epidemia bastano pochi giorni di ritardo e si rischia di pagare errori e indecisioni con un rapidissimo aumento del prezzo peggiore, quello in vite umane”.

“In Sardegna occorre che l’Assessore Nieddu si faccia da parte, si dimetta subito e non si occupi più del coronavirus e che di concerto con l’Amministrazione regionale si nominino sia un commissario straordinario per l’emergenza in Sardegna sia un commissario speciale ad acta per gestire l’AOU di Sassari e ovunque si renda necessario e ripristinare una catena di controllo su tutti i protocolli che preservano il fronte ospedaliero”, conclude la nota.