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Di seguito pubblichiamo la lettera aperta dell’Associazione Nazionale gestori autonomi carburante ANGAC:

In questo periodo di grave emergenza la nostra è una richiesta per far emergere la grave situazione ai livelli di indigenza che stanno vivendo tutti i gestori e che ulteriormente aggravata dall’emergenza sanitaria porterà alla chiusura per fallimento dei distributori carburanti.

I gestori si son ritrovati da liberi imprenditori a totalmente dipendenti succubi degli abusi delle compagnie petrolifere, senza però nessuna delle tutele riservate ai dipendenti, poiché le associazioni di categoria che avrebbero dovuto fare i nostri interessi, hanno firmato accordi collettivi nazionali capestro a vantaggio unilaterale delle compagnie, con validità erga omnes, che hanno dapprima imposto un margine fisso tramite il prezzo imposto dalle compagnie senza alcun limite istituzionale, e in seguito con ulteriori accordi l’hanno dimezzato.

Le tappe fondamentali: nel 2002, con gli accordi collettivi viene imposto un margine fisso, il gestore viene privato della propria libertà imprenditoriale, il margine è circa 5,2 centesimi cioè 100 lire.Nel 2009 era già nota la situazione di disagio e le stesse associazioni di categoria che avevano firmato per la cessione dei gestori alle compagnie, riferivano alle X Commissione al Senato, che “il margine, di circa 4 centesimi a litro è esiguo”,  “la categoria è in grande sofferenza”, “il gestore continua a lavorare solo per sfuggire alla disoccupazione” e “ove il gestore lasciasse l’impianto perchè esasperato, ci sarebbe sempre qualcuno che prenderebbe il suo posto” per la cronica mancanza di lavoro, il margine è di circa 4,8 centesimi.Nel 2011 vengono firmati dai sindacati, accordi sempre più stringenti, i gestori non sono informati del contenuto, come anche per i precedenti,  di quanto verrà firmato al posto loro.Nel 2014 vengono firmati accordi che riducono ulteriormente il margine, i gestori non ne conoscono il contenuto, e lo ricevono solo se tesserati ai sindacati firmatari, il margine è circa 3,6 centesimi.Nel 2017 i sindacati firmano nuovamente accordi con il margine al ribasso che adesso è dimezzato, il margine è circa 2,7 centesimi i costi però sono raddoppiati.

Nel 2019 ad aprile nasce il movimento spontaneo gestori e a maggio la nostra associazione ANGAC dal malcontento di un gruppo di gestori sardi che subiscono maggiormente la difficile situazione economica del sud ed in particolare della Sardegna.Il 29 maggio 2019 una delegazione di soli effettivi gestori della neonata associazione ANGAC, viene per la prima volta ricevuta al Mise  dall’On. Ing. Davide Crippa al quale abbiamo fatto presente la grave situazione.

Il 21, 22 e 23 agosto 2019 viene indetto uno sciopero dei gestori della Sardegna con una grande partecipazione dei gestori e con una manifestazione sotto il Consiglio RegionaleA ottobre 2019 veniamo invitati dalla X Commissione De Toma a presentare le nostre memorie, che puntualmente inviamo ma delle quali purtroppo non verrà fatto alcun cenno nella relazione finale della stessa.Dietro nostra pressione e ripetute insistenze, vengono proposte interrogazioni parlamentari dagli On. Vallascas, On. Deidda, On. G.Manca, e altri che non hanno avuto ad oggi riscontro.A gennaio 2020 Angac programma un nuovo sciopero, sospeso poi per l’emergenza sanitaria.Il 25 febbraio 2020 una delegazione Angac, nonostante la piena emergenza sanitaria, è ricevuta al Mise dalla Dott.ssa Castrini e dal Dott Di Napoli, verranno inviate documentazioni esplicative della nostra situazione.

La grave condizione dei gestori è totalmente sconosciuta a tutti e adesso con questa emergenza sanitaria, i gestori non riescono nemmeno a coprire i costi fissi invariati a fronte di vendite ridotte del 90%.Il 60% dei 22.000 gestori carburanti e i loro 80.000 addetti sono a rischio fallimento!

Questa breve sintesi rappresenta la nostra richiesta d’aiuto che nessuno sente e mai come adesso è necessaria una presa di coscienza da parte di quanti preposti, compagnie in primis, si arrogano con la prepotenza di continuare a decidere il soffocamento di un’intera categoria che merita di riappropiarsi della propria libertà e autonomia imprenditoriale, e le istituzioni devono farsi garanti di difendere la legalità in ogni settore per tutti i lavoratori.Confidiamo di avere la Vostra attenzione, è a rischio un intero settore.