Durante un’intervista a ‘Radio anch’io sport’, trasmissione sulla Rai Radio 1, l’allenatore del Cagliari Walter Zenga dichiara che non è assolutamente un tema primario quello del taglio degli stipendi a seguito del blocco dell’attività causato dalla pandemia.

“Il problema reale è uscire da questa brutta situazione”, ha detto. “Il 3 marzo, quando ho firmato il contratto, abbiamo inserito una clausola di buon senso che prevedeva proprio la possibilità che accedesse quel che poi è successo”.

Zenga crede e spera che il campionato possa riprendere da dove è finito, definendosi positivo. “In questo momento bisogna esserlo, anche se ora è difficile ipotizzare un quando. Da sportivo dico che si potrebbe tranquillamente sforare oltre le date previste, senza dimenticare che la priorità assoluta è tornare alla vita normale e che andrà fatto con gradualità”.

“Sono isolato in Sardegna dall’8 marzo, una decisione che ho preso per mio conto – ha raccontato Zenga – Anche questo è un modo per dare un contributo positivo. La mia famiglia è a Dubai, però so che stanno bene, al sicuro e quindi guardo al domani con grande ottimismo”.

“Quando e se si ripartirà vorrà dire che il virus è stato sconfitto” sostiene Zenga. “La preparazione sarà completamente diversa, andrà fatta su giocatori che non vengono da tre settimane di vacanza, ma da due mesi senza allenamenti specifici, senza amichevoli. Ci giocheremo 12 partite, il Cagliari 13 perché ha il recupero col Verona, in un spazio di tempo molto ristretto”.

“Non ho mai pensato di poter tornare in campo il 3 maggio” ha concluso l’allenatore rossoblu. “Se dovremo giocare d’estate e con poco spazio tra un campionato e l’altro, chi se ne frega delle vacanze”.