Resto intimamente convinto che per “vedere” bene la realtà, sia necessario soffrire e, soprattutto, pensare e agire come se non si avessero occhi, come se si fosse privati di tutto. Allora, senza luci, si vede meglio.

Non si pensi però che nel silenzio del proprio esilio (Petrarca scriveva che all’uomo forte ogni terra fa da patria, perché la sua patria non è storica e dunque nessun potere gli è di vincolo) non si scoprono solo vitali e profetici i poeti, o le immagini degli amici trattenute come reliquie dell’anima. No, si impara anche a far meglio di conto.

Nell’età delle conferenze stampa abusate e delle carte non scritte, delle memorie corte (chi ricorda più i toni sprezzanti e sicuri e le decisioni folli di fine febbraio, quando si produsse il guaio che oggi ci attanaglia?), delle decisioni annunciate senza che sia chiara in alcun modo la filiera di comando che le sta assumendo (chi ha trasformato le case di cura per anziani in camere a gas? Cosa è successo realmente a Sassari? Cosa è successo realmente a Nuoro?), dei media bipolari (un giorno informazione di regime, un altro controinformazione. Risultato? Confusione) mi hanno fatto leggere la delibera 16/3 del 26 marzo scorso.

La delibera stabilisce come guadagneranno le strutture private sull’epidemia Covid 19.

A una prima lettura ho pensato di aver esagerato col rosso che mi concedo dopo cena e che acquisto a rischio arresto perché bene non essenziale.

Poi il silenzio, la concentrazione e il distacco hanno fatto la loro parte. E il palcoscenico si è animato. Sipario.

Come una persona nella sua infanzia, la delibera si presenta candidamente innocente. A pagina 2 la Regione scrive che pagherà ogni posto letto privato 250 euro/giorno per ricovero semplice, 538 euro/giorno per ricovero in sub intensiva, 900 euro per terapia intensiva.

Come è stato determinato il prezzo?

La delibera lo dice: «L’Assessore precisa che le tariffe giornaliere suindicate sono state determinate modificando la proposta tariffaria presentata dai privati accreditati». Cioè c’è stata una trattativa, e la Regione ha modificato la proposta dei privati trovando un prezzo ricavato dal valore proposto considerati però il valore del DRG corrispondenti e dei tempi di ricovero da Covid per ciascun grado di ricovero. Insomma: una proposta, una valutazione, un prezzo. Niente da dire.

Poi, però, i bambini crescono, e come la candida pelle si imbrunisce di plebesca peluria, così la mente si invilisce di viltà e il cuore assapora il sadico sapore di inunghiarsi nel lubrico piacere del dominio altrui e nella accogliente vagina dell’accumulo del denaro per paura della precarietà della vita (nel Tresor di Brunetto Latini uno dei dialoghi è tra Paura e Sicurezza). Le parti successive della delibera sono la felpata cronaca della visita a un postribolo.

A pagina 3 la Regione comincia un leggero andamento in vacca, laddove prevede di riconoscere alle strutture private un ulteriore finanziamento di funzione pari al 22% per posto letto di intensiva e un 33% di sub-intensiva. Che cos’è un finanziamento di funzione? È chiaro che un ospedale per attrezzare posti Covid deve mettere su un’organizzazione e ha costi gestionali e funzionali aggiuntivi, quindi la Regione glieli riconosce. Il problema è capire come sono stati stabiliti. Il criterio è stato: «Fai tu il prezzo», dove il “tu” sono i privati. Il pudore è affidato a un avverbio: “eccezionalmente”. È una questione estetica di grandezze. Bernini coprì con un drappo una parte delle curve di Proserpina rapita da Ade, ma non tanto da non farle intuire magnifiche. Qui in Regione non si ha una capacità estetica allusiva, ma pornografica. Il mappamondo va tutto mostrato, ma coperto con un infingardo perizoma.

E quindi per il valore del posto letto, la Regione è in grado di ponderare e mediare; per i costi funzionali si fa fare eccezionalmente il prezzo. Se uno solo di noi avesse messo in delibera una slinguacciata di queste proporzioni, gli avrebbero mandato i Nocs e i Gis insieme a arrestarlo. Ma noi siamo reietti, loro possono essere sguaiatamente impudichi.

Finita qui? Assolutamente no. Adesso arriva la politica lubrica post-moderna.

Tra pagina 3 e pagina 4 la Regione prevede di pagare le strutture Covid 19 private vuoto per pieno. Cosa vuol dire? Significa questo: se a una struttura privata si riconoscono 10 posti letto Covid, nel caso in cui non si arrivi a occuparne almeno 8, la Regione prevede di erogare un ulteriore contributo pari alla differenza del valore di questi 8 posti letto meno quelli realmente occupati. Chiaro? Mi pare chiarissimo. Si chiama finanziamento vuoto per pieno.

Fine della visita al postribolo.

L’opinione di Paolo Maninchedda (Sardegna e Libertà)