E’ morto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna un detenuto positivo al Covid 19. E’ la prima vittima tra i reclusi. A quanto si apprende da fonti penitenziarie l’ uomo era agli arresti domiciliari presso il nosocomio. L’uomo, un italiano di 77 anni, era ricoverato da giorni nell’Unità operativa Medicina d’Urgenza del Sant’Orsola. Durante il ricovero era stato sottoposto a tampone naso-faringeo che aveva dato esito positivo.

Altri due detenuti del carcere di Bologna sono positivi al Coronavirus e sono in isolamento. Positivo anche un agente della polizia penitenziaria dello stesso istituto. Altri 4 detenuti , entrati in contatto con quelli ora in isolamento, sono in “domiciliazione fiduciaria” cioè in quarantena. In “domiciliazione fiduciaria” ci sono inoltre altri tre poliziotti penitenziari. Lo riferisce Mauro Palma, garante nazionale delle persone private della libertà. Nel carcere di Bologna, sempre secondo quanto informa il Garante, sono stati effettuati 150 tamponi, 92 su persone detenute e 58 su poliziotti.

Il detenuto morto a Bologna era un siciliano di 76 anni,Vincenzo Sucato. Arrestato nel blitz antimafia Cupola 2.0 e considerato reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri. Sucato si trovava in una cella dell’istituto penitenziario di Bologna da dicembre 2018. Sucato sembra fosse affetto da altre patologie e aveva anche difficoltà respiratorie. Entrato in ospedale, dunque, non come paziente Covid-19, è stato comunque sottoposto a tampone, risultando positivo. Nel frattempo, il 28, ha avuto, su decisione del giudice siciliano, gli arresti domiciliari in ospedale. “Era in cella con un altro detenuto, asintomatico, che è in isolamento in carcere, così come le altre persone che avevano avuto contatti con lui”, spiega all’ANSA Antonietta Fiorillo, presidente del tribunale di Sorveglianza di Bologna.