Produzione di mascherine nelle carceri: scelte Milano Bollate, Salerno e Rebibbia

Di fronte a emergenze come questa, ogni persona ha il preciso dovere di aiutare chi in questo momento tenta di alleviare i bisogni del prossimo.

Per questo tanti detenuti, all’indomani della diffusione del virus, hanno dato il via a una serie di iniziative che vanno dalla semplice raccolta fondi, fino alle donazioni di sangue. Ma ora verrà data loro la possibilità di contribuire attivamente alla causa: secondo la decisione del Ministero di Giustizia, infatti, le piccole attività interne alle carceri verranno riconvertite per la realizzazione e la distribuzione di dispositivi di protezione individuale come le mascherine.

Alcune lavorazioni sartoriali presenti negli istituti penitenziari inizieranno quindi a produrre mascherine di tipo chirurgico in ‘tessuto non tessuto’ per rispondere all’emergenza sanitaria in corso. Si parla di 8 impianti automatizzati che tra due settimane circa potrebbero produrre 400mila mascherine al giorno.

Secondo il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri “la produzione comprenderà la ricezione e la preparazione del tessuto, nonché lo stoccaggio e la sanificazione delle mascherine”.

L’obiettivo è quello di riuscire ad ampliare il ciclo produttivo nazionale di mascherine per un investimento complessivo che supera i 13 milioni.