Uno strumento per contrastare la disinformazione che indebolisce lo sforzo di contenimento del contagio. “Era un passaggio doveroso, a fronte della massiccia, crescente diffusione di disinformazione e fake news relative all’emergenza COVID-19. Come ho spiegato ed annunciato nei giorni scorsi, ho firmato il decreto che istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri questa task force che d’ora in avanti avrà vari compiti: dall’analisi delle modalità e delle fonti che generano e diffondono le fake news, al coinvolgimento di cittadini ed utenti social per rafforzare la rete di individuazione, al lavoro di sensibilizzazione attraverso campagne di comunicazione. Tutto questo in stretta collaborazione con Agcom, Ministero della Salute, Protezione Civile ed avviando partnerships con i soggetti del web specializzati in fact-checking, i principali motori di ricerca e le piattaforme social. Dal Governo arriva dunque una risposta all’insidia della disinformazione che indebolisce lo sforzo di contenimento del contagio”. A dirlo è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria, Andrea Martella, sull’istituzione della ‘Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al COVID-19 sul web e sui social network’.

Sull’argomento sono scoppiate tante polemiche che hanno coinvolto anche esponenti della maggioranza come il Deputato Pino Cabras che in due post su Facebook ha affermato:

“Non credo che per combattere l’emergenza Covid19 dall’avamposto di Palazzo Chigi serva questa grave iniziativa escogitata dal sottosegretario Martella. Con la scusa di combattere le fake news (e chi le giudicherebbe, quei personaggi strabici che elenca lui, che da anni ne vedono alcune, ne malinterpretano altre e ne ignorano altre ancora?) rischia di infliggere un danno alla libertà di parola” – scrive Cabras -“In un momento in cui comprimiamo alcune libertà per il bene supremo della salute, non è accettabile che si aggiungano altre limitazioni alle libertà fondamentali, tanto più se le affidiamo a soggetti con visuali parzialissime, rispettabili in ambito di normali dibattiti, ma dannose se incardinate in processi amministrativi che incidono su beni costituzionali primari”.

“Abbiamo precedenti agghiaccianti, con incarichi simili affidati a vere fake news viventi, se si vuole far affermare una comunicazione efficace sul Covid19, si lavori sull’autorevolezza di tale comunicazione”, prosegue Cabras.

(Iacoboni e Terzi che accusano di fake news, mentre la loro era una notizia falsa)

“Guarda come è facile abusare del termine fake news se ad esempio sei un russofobo (come buona parte delle redazioni): una testata russa dà per prima la notizia che il premier britannico Boris Johnson è in terapia intensiva, e tu strilli che è una fake news di Mosca. Sei il Financial Times, poi sei uno Iacoboni che lo ripete a pappagallo, poi sei formiche.net e poi sei l’ex ministro Terzi, e denunci e redarguisci chi osa dire che magari la notizia è vera. Poi si scopre che la notizia è proprio drammaticamente vera, eccome”, incalza Cabras.
“Insomma, i censori di fake news sono imbarazzanti monumenti alle fake news, quelle dei media più grossi. Contano sul fatto che ce ne dimentichiamo, così tuoneranno ancora i loro pregiudizi – conclude il deputato pentastellato – Credo che il modo giusto per non intossicare ulteriormente l’informazione sia tenere i censori fuori da Palazzo Chigi. Abbiamo già abbastanza guai per aggiungere pure questo genere di pasticcioni pronti a sbranare chi non corrisponda al loro stereotipo di verità”.