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Yuri Marcialis, coordinatore dell’associazione Mandela ed ex assessore del Comune di Cagliari con la Giunta di Massimo Zedda, ha scritto a nome dell’associazione una lettera aperta indirizzata al Ministro degli Interni, della Salute, al Prefetto di Cagliari e al Capo Dipartimento della Protezione Civile per far luce “sulle gravi illegittimità delle Ordinanze emanate dal Sindaco di Cagliari e in particolare delle n. 21 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 5 aprile 2020”, riferite al provvedimento che obbliga l’uso delle mascherine per entrare in qualsiasi ufficio o esercizio commerciale per tutti cagliaritani.

La lettera di Yuri Marcialis 

“Da quando il Governo con i diversi Decreti del Presidente del Consiglio – scrive – ha introdotto le restrizioni che tutti noi conosciamo, il Sindaco di Cagliari si è profuso in un crescendo di ordinanze di cui non si sentiva affatto il bisogno, perché nella migliore delle ipotesi ripetevano quanto già contenuto negli atti governativi, ma troppo spesso introducono ulteriori limitazioni, illegittime e assolutamente non necessarie, nella sfera di libertà dei cittadini”.

“Da ultimo – si legge nel testo della lettera – nelle due ordinanze sopra citate ha “ordinato” che si possa accedere agli esercizi commerciali, ai mercati e alle farmacie esclusivamente se dotati di mascherine o di sciarpe e foulard, in totale spregio dell’art. 3, comma 2 del D.L. 19/2020, che vieta ai Sindaci di adottare ordinanze contingibili e urgenti, pena la loro inefficacia, per fronteggiare la diffusione del virus COVID 2019. Le ordinanze sono ammesse solo laddove vi sia un aggravamento del rischio a livello locale. Orbene, non risulta che a Cagliari ci sia una situazione oggettiva di aggravamento del rischio rispetto al resto del paese, a meno che il Sindaco non sia in possesso di informazioni che non conosciamo e che avrebbe il dovere di fornire al Consiglio Comunale e ai cittadini. Del resto un aggravamento del rischio di aumento del contagio può essere attestato solo da un organo tecnico-scientifico, di cui però non vi è alcun riferimento nelle ordinanze richiamate”.

“Chiediamo anche alle istituzioni in indirizzo se sono al corrente di un aggravamento del rischio e in ogni caso di intervenire per fare chiarezza sulla situazione. Non vorremmo che il Sindaco, in una situazione collettiva già difficile sotto il profilo sociale e psicologico, contribuisse ad alimentare, più o meno consapevolmente, il clima di esasperazione e di confusione. Peraltro di fronte all’oggettiva impossibilità di reperire sul mercato le mascherine, il Sindaco non trova di meglio da fare che precisare la propria ordinanza del 3 aprile 2020, disponendo con l’Ordinanza n. 22 del 5 aprile 2020, che in alternativa alle mascherine, possono essere usate sciarpe o foulard, alimentando ancora di più la confusione e inducendo a comportamenti, come la copertura del volto, realmente scorretti. Non sembra casuale che tali ordinanze siano state precedute da una campagna pubblicitaria contenente un messaggio secondo il quale i cittadini che decidono di fare una minima attività motoria sarebbero dei criminali attentatori della salute pubblica, stabilendo un nesso di causalità tra l’attività motoria all’aria aperta (da svolgere nel rigoroso rispetto delle norme stabilite a livello nazionale) e le morti per corona virus.
Riteniamo che questo tipo di provvedimenti e di clima sia dannoso perché, introducendo divieti irragionevoli, viene meno anche la consapevolezza e la possibilità dei cittadini di applicarli, perché utilizzare foulard e sciarpe potrebbe creare (come ribadisce anche l’OMS) un falso senso di sicurezza che porterebbe a trascurare le altre misure essenziali, come le distanze e l’igiene delle mani (indicazioni, queste sì fondamentali, che l’Amministrazione di Cagliari neppure cita nella cosiddetta campagna di sensibilizzazione).
Nessuno nega che la salvaguardia della salute pubblica imponga in questo particolare momento di “sacrificare” gli spazi di vita delle persone e le loro libertà, ma sempre nell’ambito di limiti, che la nostra Costituzione indica chiaramente, ragionevolezza e proporzionalità (oltre che di buonsenso). Nessuno di tali parametri sembra guidare le azioni del nostro primo cittadino”.

Si dia da fare il Sindaco – è l’esortazione finale di Marcialis – insieme alla Regione per incrementare l’approvvigionamento di mascherine, oggi praticamente introvabili al fine di soddisfare le esigenze delle categorie per le quali risultino assolutamente necessarie. Si dia da fare Sindaco per esercitare l’azione di controllo, reprimendo i comportamenti contrari alle norme di contenimento del Governo”.