Dal 31 di marzo le sarte del progetto Acli stanno dando il proprio contributo realizzando dispositivi riutilizzabili in cotone ospedaliero: non sono certificate ma possono aiutare a ostacolare la diffusione. Saranno a breve distribuite gratuitamente alla popolazione.
Un laboratorio di sartoria “a distanza” per contrastare la diffusione del Covid-19. Ognuna dalla sua abitazione, le sarte del progetto Abitiamo il riciclo di Acli Cagliari che da diversi anni sono impegnate in attività di cucito per il riuso di indumenti smessi, stanno lavorando a pieno ritmo per produrre mascherine da distribuire gratuitamente alla popolazione, in particolare alle fasce più a rischio.

Si tratta di dispositivi di protezione non certificati ma realizzati in cotone ospedaliero (100% cotone a filo ritorto), lavabile ad alte temperature sino 90°, e quindi riutilizzabili. La mancanza di mascherine, ormai introvabili nelle farmacie e difficilmente reperibili altrove, è un problema concreto, dal momento che queste barriere fisiche consentono di minimizzare il rischio di contagio.

Anche con il termine della fase più acuta della crisi in atto, inoltre, con tutta probabilità saremo costretti a utilizzare questo tipo di dispositivi nel quotidiano. Prima di essere indossate le mascherine devono essere lavate ad almeno a 60° con una soluzione alcoolica al 70%, asciugate, meglio se in asciugatrice, e stirate ad alta temperatura.
Sottolineiamo ancora una volta che non trattandosi di dispositivi di protezione certificati, servono ad aiutare a limitare la diffusione del virus ma non garantiscono una protezione da individui infetti. L’unica arma per difendersi è restare il più possibile a casa e osservare le distanze di sicurezza previste.