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Figlia di El Chapo distribuisce mascherine e viveri ai poveri

Lei è Alejandrina Salazar Guzman, figlia della seconda moglie di El Chapo – ora rinchiuso nel carcere più sicuro degli Stati Uniti, in Colorado – e sorella de Los Chapitos (Iván Archivaldo El Chapito e Jesús Alfredo Alfredillo), veri eredi delle attività dell’ex capo del cartello di Sinaloa.

Con foto e video pubblicati sui social, nelle pagine @elchapoguzmanoficial701 e @distributorelchapo701, prima aperte ma nelle ultime ore per qualche ragione limitate a un pubblico ristretto, la figlia del fondatore del cartello di Sinaloa ha rivelato la distribuzione di pacchetti alimentari a persone vulnerabili nell’area metropolitana di Gaudalajara, Jalisco.

Alejandrina – che da pochissimo ha sposato il rampollo di un clan rivale sigillando così un’unione che garantirà alle due famiglie di narcotrafficanti un giro d’affari miliardario – specifica che l’idea è quella di consegnare, in rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, un aiuto a tutto il popolo della terza età in questo momento difficile segnato dalla diffusione del Coronavirus.

Nelle immagini, diffuse sui social network anche dal fratellastro Ovidio Guzmán López – quello prima catturato poi liberato a causa della guerriglia che i suoi uomini avevano scatenato nella città di Culiacan per intenderci – i dipendenti di Alejandrina Guzmán vengono mostrati mentre distribuiscono scatole con il logo del marchio El Chapo 701, di cui lei è titolare. Le confezioni, oltre che disinfettanti e mascherine, contengono oli, zuppe, biscotti, carta, pomodoro e altri prodotti alimentari di prima necessità.

Beneficienza per ripulire l’immagine dei narcotrafficanti

Nonostante le decine di migliaia di messicani uccisi negli anni in cui Joaquín El Chapo Guzmán ha consolidato il controllo sulle rotte del narcotraffico e quelli che continuano a morire nella guerra tra i cartelli, la figlia e i suoi eredi continuano ad alimentare il culto dell’eroe popolare che si occupa dei poveri che il padre aveva creato intorno a sé stesso. Quest’impulso filantropico si verifica nel contesto di una tendenza allarmante, peculiare dell’ America Latina, in cui le bande che già controllano vaste aree del territorio cercano di sfruttare l’assenza percepita dello stato e radicarsi ancora di più nelle comunità locali. In loro favore gioca il ritardo del Messico in termini di aiuti durante la crisi in confronto ad altri Paesi.

Julio Campos, CEO del marchio El Chapo 701, ha affermato che dietro queste azioni, oltre all’aiuto ai poveri, c’è la volontà di fare in modo che le persone non associno più il marchio al cartello di Sinaloa o come segno rappresentativo del crimine organizzato. Per ora El Chapo 701 distribuisce cassette di aiuto solo a Guadalajara, ma prevede di espandersi in altre città del Messico.

Intanto i musicisti scrivono ballate che glorificano le imprese di El Chapo e il presidente messicano (Andrés Manuel López Obrador, più conosciuto con l’acronimo AMLO) ha persino reso omaggio a sua madre in un recente viaggio nella sua città natale.