L’emergenza sanitaria che sta tenendo sotto scacco l’intera popolazione mondiale ormai da settimane, è anche causa di una crisi economica che non sta risparmiando nessuna regione e nessun settore, compreso quello vitivinicolo, ed è proprio qui che prende il via in Sardegna il nuovo progetto solidaristico ‘ETICHETTA ETICA’, frutto della collaborazione tra l’Enologo Daniele Manca e il Consulente commerciale e di marketing Federico Atzori.

“La quarantena forzata ha causato la diminuzione dei consumi di vino nel canale HORECA, da sempre privilegiato dalle piccole aziende, la cui esigua produzione rende loro difficile l’accesso alla grande distribuzione organizzata, unico canale di vendita che, nonostante le difficoltà del periodo, continua a lavorare. Molti produttori, perlopiù piccole realtà che si distinguono per l’alta qualità dei loro vini, davanti a questo blocco si sono trovati con le spalle al muro e con grandi preoccupazioni sul futuro della propria impresa”, raccontano, in una nota stampa, gli ideatori dell’iniziativa.

Così Daniele, consulente di numerosi produttori di vino d’eccellenza, si chiede se esista un modo che possa permettere ai piccoli produttori di tenere banco davanti alla chiusura totale della ristorazione e dell’intero settore turistico e decide, quindi, di telefonare Federico, suo amico e collega. Da quella chiamata nasce l’idea: “Creiamo un blend unico con i migliori vini di tutti i produttori e lo proponiamo alla grande distribuzione con un’unica etichetta”. Ai due questo non bastava, perchè non si trattava di una semplice operazione commerciale, bensì di salvare i piccoli produttori. Ma come? E’ presto detto: dando il loro piccolo contributo a chi combatte in prima linea contro il virus, devolvendo parte del ricavato a favore dell’ATS Sardegna per l’emergenza Covid-19.

Nasce quindi, dall’impegno e dal profondo senso di solidarietà e comunanza di Manca e Atzori, ‘ETICHETTA ETICA’, un progetto totalmente nostrano, ideato e sviluppato in Sardegna. La società Trecentosessanta Srl si è fatta carico della commercializzazione, della parte grafica e della realizzazione del brand e provvederà a donare il 15% del ricavato a sostegno della sanità regionale; a sostegno, quindi, di tutti quei sardi che stanno lottando contro questo nemico invisibile, il nuovo coronavirus.

Le etichette, per ora, sono tre: un Cannonau di Sardegna DOC, un Vermentino di Sardegna DOC ed un Vermentino di Gallura DOCG. Blend unici, 100% sardi, creati per il progetto ‘ETICHETTA ETICA’.
“Grande è stata la partecipazione dei produttori vitivinicoli che rappresentano diverse zone della nostra Isola e che hanno reso possibile questo progetto: Viticoltori della Romangia (Sorso), Tenute Smeralda (Donori), Colle Nivera (Lula), Cantina del Bovale (Terralba), Rigàtteri (Alghero), Cantina Alba&Spanedda (Ossi), Cantina Canneddu (Mamoiada) e Cantina Tanca Raina (Monti).
Grazie anche all’importantissimo contributo della Logistica Nieddu che, offrendosi di trasportare gratuitamente i vini presso la cantina individuata per lo svolgimento delle operazioni di preparazione ed imbottigliamento del blend, è stato possibile superare l’ulteriore problematica legata alle limitazioni alla circolazione imposti dai recenti provvedimenti normativi.
Per gli altri aspetti inerenti alla produzione, si ringraziano SuberExtra (Ovodda) per la fornitura dei tappi, Nuove Grafiche Puddu (Ortacesus) per le etichette, Mondial Capsule (Tempio) per le capsule, Seunis Imballagi ( Thiesi) per i cartoni di confezionamento e Marco Locci Rappresentanze (Cagliari) per le bottiglie che hanno supportato il progetto applicando rilevanti sconti o addirittura omaggiando le intere forniture”, sottolineano Daniele e Federico.

“Questa è la Sardegna che ci piace, tutti uniti in cerchio per la nostra isola come nel nostro logo. Un immenso grazie a tutti i buyer e a tutti i dirigenti della grande distribuzione che operano in Sardegna, per essersi resi disponibili da subito a dare vetrina a questo progetto, che speriamo possa essere solo l’inizio di una benefica collaborazione” scrivono, ma forse una grazie va detto a questi due professionisti, che si sono impegnati per salvare dei produttori messi in ginocchio dalla pandemia e, probabilmente, anche delle vite.