I carabinieri sarebbero già sulle tracce dell’aggressore che nella tarda serata di ieri è riuscito ad introdursi, a scopo di rapina, in casa di don Vincenzo Pirarba, citofonando poco prima delle 23 nella sua villetta di Porto Frailis col pretesto di un pallone caduto nel suo giardino.

Preso alla sprovvista, il parroco ha aperto, ma si è ritrovato davanti un uomo col volto travisato che ha subito usato la forza per entrare. Ne è seguita una colluttazione, con il malvivente che ha pestato a sangue, a mani nude, il padrone di casa, riuscendo ad entrare nell’abitazione a prelevare qualche centinaio di euro per poi dileguarsi in tutta fretta.

E’ questa la ricostruzione dei Carabinieri della stazione di Tortolì e della Compagnia di Lanusei, guidata dal capitano Giuseppe De Lisa, dopo aver sentito una prima volta il parroco, già da ieri notte ricoverato nel reparto di medicina dell’ospedale di Lanusei. Subita l’aggressione, la vittima è riuscita ad alzarsi e a chiamare il 112: di qui l’arrivo dell’ambulanza e il trasferimento in ospedale. Nella notte i militari hanno setacciato tutta la zona e hanno lavorato all’analisi delle immagini riprese dalla telecamere nelle vicinanze dell’abitazione del sacerdote. Gli investigatori dell’Arma, per inchiodare il responsabile, confidano molto nel secondo interrogatorio del parroco previsto nel pomeriggio.

Parroco pestato, sindaco: “Tortolì sotto choc”

Tortolì è sotto choc dopo l’aggressione a don Vincenzo Pirarba nella sua villetta di Porto Frailis. Un fatto gravissimo e inaudito per la comunità che ora si stringe intorno alla vittima.

“Siamo molto colpiti ma soprattutto increduli da quello che è successo stanotte nella nostra cittadina – ha detto il sindaco di Tortolì Massimo Cannas – un fatto deprecabile che non ha precedenti nella storia nostra comunità. In questo momento siamo al fianco di don Vincenzo, a cui auguriamo presto una pronta guarigione, e dell’intera diocesi. Don Vincenzo è persona che conosciamo bene e che apprezziamo per il suo operato. Siamo certi che le forze dell’ordine stanno facendo il massimo per individuare il responsabile, che è giusto che paghi per il grave reato di cui si è macchiato”.