Parte da Cagliari la battaglia contro le norme che, in questo periodo legato all’emergenza coronavirus, impediscono alla stampa di presenziare ai dibattimenti penali nelle aule dei palazzi di giustizia. A difendere per la prima volta in Italia la libertà di informazione giudiziaria è l’Osservatorio per la Giustizia con il suo presidente, l’avvocato Patrizio Rovelli, annunciando che “denuncerà in tutte le sedi competenti l’illegittimità costituzionale della normativa sull’emergenza Covid-19 e degli articoli 472 comma 3 e 473 comma 2 del codice di procedura penale, su cui essa si fonda, che non prevedono il diritto della stampa a presenziare ai dibattimenti penali”.

“La libertà di informazione – precisa il legale sardo – non è una concessione ma un diritto fondamentale che assicura la democraticità dell’amministrazione della giustizia. I palazzi di giustizia, soprattutto in questa delicata situazione emergenziale, non possono diventare fortezze escludenti avvolte dal segreto ma devono continuare a rappresentare il baluardo dello stato costituzionale di diritto”. Secondo Rovelli, l’attuale disciplina che, per garantire la salute dei cittadini, stabilisce la possibilità di negare il diritto della stampa a presenziare alle udienze penali contrasta con l’articolo 21 della Costituzione e con i principi del Giusto processo.

“Non è costituzionalmente legittimo ammettere che dipenda da una decisione discrezionale del Giudice consentire o meno che la stampa, dotata di tutti i dispositivi sanitari individuali, possa assistere ai dibattimenti penali”, sottolinea ancora il presidente dell’Opg che annuncia: “Già domani la questione sarà sollevata davanti al Tribunale penale di Cagliari nel corso di un delicato processo per associazione a delinquere, in cui è costituito parte civile il Ministero dell’Interno”.

Odg e Assostampa: “Processi aperti a giornalisti”

Consentire ai giornalisti di assistere alla celebrazione dei processi fisicamente o in via telematica per garantire gli elementi di rilevanza costituzionale quali la pubblicità del processo e la libertà di informazione. Lo chiedono il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi e il presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, Celestino Tabasso, che hanno inviato una lettera al presidente della Corte d’appello di Cagliari e ai presidenti dei Tribunali di Cagliari, Oristano, Lanuesi, Sassari, Nuoro e Tempio Pausania.

“Alla riapertura dell’attività giudiziaria appare doveroso all’Ordine dei giornalisti della Sardegna e all’Associazione della Stampa sarda rappresentare l’esigenza che i giornalisti, nell’osservanza degli obblighi di distanziamento sociale e di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, siano ammessi ad assistere alla celebrazione dei processi – scrivono i presidenti di Ordine e Assostampa sarde – Questo per garantire, contemperandoli con la cautela imposta dalla situazione sanitaria generale e dalla recente normativa in fatto di prevenzione dal Covid-19, elementi di rilevanza costituzionale quali la pubblicità del processo e la libertà di informazione. In subordine può essere utile segnalare l’ipotesi di consentire ai giornalisti, tramite indirizzo telematico da segnalarsi di volta in volta alle testate, di seguire in diretta streaming la celebrazione delle udienze, similmente a quanto già accade per le sedute dei Consigli comunali, così da evitare che l’amministrazione della Giustizia sia pubblica, quasi pubblica o segreta a seconda dell’orientamento prevalente nei diversi circondari”.

La notizia aggiornata:

Giustizia: giornalisti di nuovo ammessi ai processi