Si rialzano le saracinesche dei negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie, dei parrucchieri e dei centri estetici: la Sardegna batte tutti sul tempo e già da oggi riparte. In tutta l’Isola, e non più a macchia di leopardo, grazie all’ordinanza firmata ieri a tarda notte dal governatore di centrodestra, Christian Solinas, la stragrande maggioranza delle attività viene autorizzata alla riapertura.

E da lunedì 18, con un nuovo provvedimento annunciato dal presidente della Regione, ritornano in pista tutte le altre categorie, a partire dai bar e ristoranti. Non solo: per spostarsi in tutto il territorio regionale, sempre dal 18, non servirà più nemmeno l’autocertificazione. Ora Solinas si è assunto in prima persona la responsabilità delle riaperture.

Tuttavia, questa “assunzione di responsabilità” da parte di Solinas sta innescando una nuova polemica con i sindaci, dopo le proteste per aver scaricato su di loro l’onere delle riapertura con l’ordinanza dell’11. “Non ci si può sostituire al sindaco – attacca in un post il primo cittadino di Nughedu Santa Vittoria (Oristano), Francesco Mura, di Fdi, stessa maggioranza che sostiene la Giunta Solinas – per farlo ci si deve mettere esattamente nei suoi panni”.

Netto il commento, sempre sui social, del presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana. “Nessuno mi ha sentito dividere il mondo in ‘sindaci buoni’ e ‘sindaci cattivi’, loro infatti hanno agito dentro un sistema di ‘guerra’ per interposta persona fra Stato e Regione per una settimana di differenza sulla parziale riapertura delle attività dopo la serrata di marzo. Nell’ultima ordinanza il presidente della Regione utilizza l’indice R(t) medio regionale di 0,48 e cita protocolli Inail approvati il 12 maggio e ha fatto bene”. Ma, sottolinea, si tratta di due riferimenti che “non erano nella disponibilità dei sindaci né il 2 maggio né il l’8 maggio”. Infatti, “l’R(t) non calcolabile non significava minore di 0,5 e i protocolli Inail non c”erano ancora”. Secondo Deiana, dunque, non esistevano gli estremi per aprire l’11 maggio come previsto nella precedente ordinanza del governatore. In questi dieci giorni, ha chiarito, “i sindaci hanno agito dentro un sistema di ‘guerra’ per interposta persona fra Stato e Regione per una settimana di differenza sulla parziale riapertura delle attività dopo la serrata di marzo. I sindaci e i comuni erano (e sono) l’anello debole di tutta la catena e su di loro si è scaricata una responsabilità impropria in un momento delicato come quello della ripartenza”.

Tornando alla ripartenza, tutte le attività sono tenute all’osservanza dei rigidi protocolli Inal sulla sicurezza, mentre la Regione ogni 7-14 giorni verificherà la curva dei contagi (nell’Isola si è vicinissimi ai contagi zero, traguardo già raggiunto per i decessi) e nel caso interverrà per stoppare nuovamente le aperture. Le spiagge sono un capitolo a parte. Solinas ne ha annunciato la riapertura tra 7-10 giorni, in attesa di studiare con il comitato tecnico scientifico la corretta applicazione dei protocolli Inail in un contesto particolare come quello sardo.

Nel frattempo riprende anche il traffico passeggeri da e per la l’Isola: anticipano i voli privati dal 18, quindi l’1 giugno i voli in continuità territoriale con Roma e Milano, il 15 i voli nazionali, infine il 25 quelli internazionali. Per tutti i turisti in arrivo sarà obbligatorio una sorta di ‘patentino sanitario’: i dettagli si conosceranno nei prossimi giorni dopo le indicazione del comitato tecnico-scientifico.