“Insomma proprio non ce la fanno, parliamo di Aias naturalmente e di come si consolida una pessima reputazione anche gestendo il F.I.S. ovvero il Fondo Integrazione Salariale, quello strumento che in questo momento d’emergenza garantisce un minimo di reddito a quei lavoratori che hanno dovuto interrompere la loro attività professionale – afferma Claudio Nuscis Segretario Generale della funzione pubblica della Cisl – naturalmente l’Aias ha chiesto il F.I.S. per quei dipendenti impegnati in servizi la cui attività è stata temporaneamente sospesa come i riabilitativi, gli ambulatoriali, i domiciliari e i diurni. E sin qui niente da eccepire”.

“Se non fosse che, come al solito, questo ammortizzatore sociale è stato usato in maniera discutibile, penalizzante ed in alcuni casi discriminatoria, già il 2 aprile u.s. la Direzione Amministrativa Aias Cagliari aveva inviato alle segreterie regionali di categoria una nota recante la seguente dicitura “informativa per l’accesso all’assegno ordinario con causale – emergenza COVID-19 nazionale”, con allegati gli elenchi del personale interessato da tale procedura distinto per struttura” – prosegue Nuscis – sarà che in tanti anni ci siamo fatti l’occhio, sarà la diffidenza maturata, ma abbiamo notato sin da subito parecchie inesattezze, cominciando dai nominativi non presenti all’interno di detti elenchi, proseguendo con quelli sospesi dal servizio attivo perché in cassa integrazione e finendo con ex colleghi dimessi da Aias per giusta causa. Banale distrazione? Stranezze involontarie? Non per noi”.

“Mettere in F.I.S. gli educatori della struttura di Domusnovas, dopo che due di essi erano stati trasferiti d’imperio lo scorso gennaio, sostituirli quasi sistematicamente con degli O.S.S. è una provocazione bella e buona, così come lo è mantenere in F.I.S. gli OSS di Cortoghiana ed utilizzare al loro posto un dipendente che abitualmente fa l’autista oppure utilizzare nella medesima struttura un educatore che lavora a Sestu in un Centro chiuso come tutte le altre strutture non residenziali”, denuncia la Cisl.

“Provocazioni che confermano non solo la legittimità ma anche l’attualità della nostra richiesta di verifica dei requisiti dell’accreditamento delle strutture Aias rivolta mesi fa sia all’Assessore Nieddu che al Commissario A.T.S. Con buona pace di chi ci considera solo dei poveri ignoranti, punti di vista naturalmente, i nostri e i loro – incalza Nuscis – certo che in un momento di crisi come questo a noi sarebbe apparso normale, per esempio, attuare la rotazione totale dei terapisti nelle strutture residenziali, avremmo auspicato una condivisione dei danni salariali per tutte le figure professionali coinvolte minimizzando le perdite individuali, invece oggi ci troviamo con dipendenti al minimo salariale e dipendenti con lo stipendio al 100% e il bonus di 100€ in busta paga”

“Sino a quando la politica regionale, le istituzioni a tutti i livelli, continueranno ad essere sordi, muti e ciechi, su tutto ciò che accade in Aias? Come si dice, “peggio del lupo che cambia il pelo (ma non il vizio) c’è solo il gregge che glielo liscia”, conclude la Cisl.