Sono le 14:30 e sono appena arrivati i dati dall’ANSA: siamo i quint’ultimi all’interno dello Stato italiano per tamponi effettuati. Ma quale zona “Covid free”, se non sappiamo quanti asintomatici ci sono, non ne abbiamo neppure una vaga stima e non si fanno i tamponi manco a quelli che lo necessiterebbero perché mancano i materiali?

Eppure quotidianamente il governatore Solinas (o i suoi fanta assessori) fanno il loro spot calcando sulla Sardegna paradiso per i turisti come terra salubre e sicura. Solinas dice di essere sardista, ma ai sardi e alla Sardegna ci pensa poco!

Il 20 aprile l’assessore Nieddu e Solinas annunciavano  che “la Regione Sardegna avvierà questa settimana una grande indagine epidemiologica per comprendere al meglio il grado di diffusione del coronavirus e verificare la possibilità di un’apertura sempre maggiore e progressiva delle attività”.

Forse volevano scopiazzare il movimento popolare Caminera Noa che fin dall’inizio della pandemia proponeva serie misure per rendere la Sardegna “Virus Free Zone” e poi il 14 aprile ha presentato alla stampa la richiesta di svolgere screening di massa tra la popolazione (grande quanto qualche quartiere di Roma), così come del resto si stava facendo anche in atre regioni dello Stato.

Bastava dirottare i fondi destinati al Mater Olbiae ad altre cliniche private (totalmente inutili nell’emergenza Covid-19) e pagare laboratori e materiali.

Per la smania di togliere lo scettro di queste proposte a Caminera Noa, Solinas e Nieddu hanno iniziato a fare annunci sempre più mirabolanti che Cagliaripad ha ben ricapitolato:

Oggi è il 21 maggio, la stagione turistica è alle porte e invece degli screening di massa arriva la notizia che ci da al fanalino di coda per tamponi svolti, addirittura sotto la Calabria che era a contagio quasi zero.

Forse prima di occuparci di diventare “Covid free zone” dovremmo rimboccarci le maniche di diventare “Solinas&Nieddu free zone”!

L’opinione di Cristiano Sabino