“Sulla scuola è arrivato il momento di fare chiarezza. Pur con tutte le difficoltà che un’emergenza come questa ci ha posto davanti, il Movimento 5 Stelle ha fatto il possibile e forse anche di più per garantire le risorse per il rilancio dell’istruzione in Italia: oltre 800 milioni di euro già spesi in queste settimane per l’edilizia scolastica, altri 200 milioni per la didattica a distanza, un miliardo e mezzo stanziati per la gestione del rientro a scuola a settembre. Eppure, l’intero dibattito è concentrato sul concorso straordinario per i docenti precari. Anche su questo fronte il nostro impegno non è mai venuto meno”. E’ quanto si legge in un post sul blog del M5S.

“Il primo, quello straordinario e riservato ai docenti precari con almeno 3 anni di attività alle spalle, è previsto per agosto. Permetterà di mettere in cattedra già a settembre 32 mila docenti. Dando loro stabilità. Al ruolo di insegnante si accede attraverso una prova meritocratica, che preveda accanto alla valutazione dei titoli, un esame. Non lo chiede il Movimento 5 Stelle, ma la Costituzione italiana relativamente all’accesso ai posti della pubblica amministrazione. Abbiamo dato piena disponibilità ad inserire una clausola che, nel caso in cui l’emergenza renda impossibile svolgere la prova, preveda comunque di avere gli insegnanti in aula a settembre posticipando la prova scritta. Eppure, continuano le pressioni dei partiti per non far svolgere alcun esame e procedere al concorso per soli titoli. E con loro i sindacati. Massimo rispetto per tutti, ma è il momento di guardarsi in faccia e trovare soluzioni. No ai concorsi per soli titoli”.

Ma ancora non c’è un accordo in maggioranza. “La mia posizione non è cambiata e non cambia: bisogna approvare gli emendamenti presentati dal Pd al Senato. Compreso l’emendamento Verducci che resta in campo”, scrive su Fb Matteo Orfini, parlamentare del Pd. “Se si trova – afferma Orfini – un accordo di maggioranza adeguato bene. Altrimenti deve votare la Commissione. E dato che noi deputati non abbiamo potuto lavorare al provvedimento, senza un accordo, nessuno pensi che il passaggio alla Camera possa essere una formale ratifica di un testo da noi mai discusso”, prosegue. “Le condizioni per un accordo buono ci sono. Se invece si sceglie di procedere per forzature, sarà inevitabile che il Parlamento nella sua sovranità sciolga questi nodi”, conclude Orfini.

La riunione tra il premier Giuseppe Conte, la ministra Lucia Azzolina e i rappresentanti della maggioranza (anche i capi delegazione, con i capigruppo) dovrebbe tenersi oggi. Resta alta infatti la tensione nella maggioranza sul decreto scuola. Lo riferiscono diversi parlamentari, secondo i quali il dossier è assai spinoso, per le divisioni sul tema dei concorsi tra M5s da un lato e Pd e Leu dall’altro: la mediazione proposta dalla ministra, con una ‘clausola di annullamento’ legata alla risalita dei contagi, non sarebbe affatto blindata, per la contrarietà di diversi parlamentari Dem e Leu alla prova scritta a quiz.

Il punto – Un miliardo per la gestione del rientro a scuola a settembre e quasi altri 500 milioni per device, protezioni, esami, edilizia e quant’altro: non mancano le risorse per la ripartenza dell’istruzione in Italia, con gli esami di maturità che si avvicinano e con i ministri Azzolina e Speranza al lavoro serrato con il Comitato tecnico-scientifico per il “rientro in sicurezza”.

“La riapertura a settembre sarà un passaggio fondamentale per il governo, dovremo impegnarci tutti insieme”, spiega un ministro, sottolineando che su questa prova, non facile, l’esecutivo si gioca una fetta importante di consenso. Il secondo, più immediato, è lo scontro in atto sui concorsi, che porta alla ministra Lucia Azzolina diverse critiche dai partiti di maggioranza. Tra i Dem tanti parlamentari l’accusano di agire da sola, senza condividere le scelte: qualche senatore vorrebbe forzare sul tema dei concorsi e di fatto – ma questa è una posizione molto minoritaria – “commissariare” la ministra dando più potere ai tecnici. Le posizioni, in questi giorni, sono rimaste distanti mentre i tempi sono sempre più stretti: il decreto scuola, all’esame del Senato, a fine mese deve passare all’esame della Camera ed essere varato definitivamente entro il 7 giugno.

Ma alla Flc Cgil, che si è detta pronta allo sciopero, non piace l’ipotesi avanzata da M5s che prevede una clausola di emergenza da far scattare per il concorso straordinario per i docenti precari della scuola. “Per noi esiste l’unica possibilità reale che è quella del concorso per titoli. Prima se ne prende atto e meglio è per la scuola”. E per sabato prossimo alle 15,30 il comitato ‘Priorità alla scuola’ ha organizzato manifestazioni in piazza in 16 città – da Milano, a Roma, passando per Trapani e Firenze – per chiedere il rientro a scuola a settembre perché “la ‘didattica a distanza’ è la didattica dell’emergenza” e “non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21”.