Probabilmente il sabato l’Ufficio Stampa della Asl di Cagliari chiude i battenti. Abbiamo contattato l’ufficio, come ogni testata giornalistica fa per correttezza istituzionale, per chiedere informazioni circa i provvedimenti adottati dalla Asl per il nuovo caso di positività al Covid 19 scoperto ieri in un paese dell’hinterland.

A parte un approccio non proprio ortodosso, probabilmente sorpresi da una richiesta presentata di sabato mattina (come se il contagio potesse essere prevedibile solo nei giorni lavorativi), abbiamo chiaramente capito che l’ufficio stampa, trovandosi in difficoltà a reperire il Commissario, avrebbe avuto necessità di tempo per reperire le informazioni. E abbiamo deciso di aspettare. Perché comprendiamo che risposte a delle semplici domandine, comportano una doverosa precisione e non possono arrivare in pochi minuti.

Bene, abbiamo aspettato alcune ore, invano.

Guardate: chiediamo cose semplicissime per informarvi, come per esempio quante sono le persone messe in quarantena, quale sia l’albergo in cui ha alloggiato l’uomo originario dell’Emilia Romagna, e se il suo personale sia stato messo in quarantena. Abbiamo chiesto se è stato ricostruito in maniera dettagliata il percorso di arrivo in Sardegna e i suoi spostamenti interni, inoltre ci chiediamo, dato che l’autorizzazione per l’arrivo in Sardegna viene data dal Presidente della Giunta Regionale, se qualcuno era informato che il 64enne aveva effettuato il tampone prima di giungere in Sardegna.

Per concludere ci siamo chiesti se esista un collegamento tra le aziende ospedaliere in tutta Italia per la mappatura degli spostamenti delle persone. Se la risposta è sì, come mai nessuno ha aspettato il risultato del tampone per dare la possibilità all’emiliano di viaggiare in giro per l’Italia?

I casi sono due: o l’ufficio stampa è talmente impegnato e in altre faccende o non ha trovato il Commissario (comprensibile!). Ma in entrambi i casi rispondere a un messaggio con un “non siamo riusciti a trovare il Commissario, ci sentiamo lunedì mattina” sarebbe stato un semplice gesto di cortesia. Ricordiamo che la Asl è un ente pubblico e che i responsabili sono pagati con i soldi dei sardi e che hanno il dovere, visto che ha la responsabilità di un Ufficio stampa come quello della Asl, di soddisfare le richieste dei giornalisti.

Sennò che ci sta a fare l’Ufficio stampa? Con un sì o con un no, ma almeno farlo solo per rispetto della Carta di Firenze.

Ringraziamo l’ufficio stampa della Asl di Cagliari per la solerzia nel fornirci le risposte alle domandine che le abbiamo posto (perché poi magari ci accusano di non aver attinto alle fonti dirette!), scusandoci se ci siamo permessi di farlo in un soleggiato sabato mattina.